Fuori su tutte le piattaforme da venerdì 19 aprile 2024 per Adesiva Discografica il nuovo singolo dei Not Too Shabby dal titolo "CHE SENSO HA". Dopo l'uscita dell'ultimo singolo "Non ti voglio più", la band torna in studio per fare nuova musica, questa volta mettendosi in contatto con la parte più profonda della creazione della musica "il sogno di diventare qualcuno".
Come è nata l’idea per il nome Not Too Shabby? Qual è stato il momento in cui avete capito che era proprio questo il nome giusto per voi?
“Not too shabby” nasce come slang che usavamo fra noi, usandolo spesso poi ci ha convinto. Dopo aver trovato il giusto intreccio con il gusto musicale di tutti e 4 e l’apporto che ognuno di noi da, alla fine di ogni brano, era immancabile, che qualcuno di noi gridasse un “Not too shabbyyyyy”.
Qual è il “marchio di fabbrica” dei Not Too Shabby, l’elemento che non potrebbe mai mancare in uno dei vostri pezzi?
Sicuramente lo swag, anche i nostri pezzi più romantici ci piace che suonino come un qualcosa di nuovo, fresco.
Ci raccontate qualcosa sui vostri anni in conservatorio?
Parlavamo di come ci siamo conosciuti proprio qualche sera fa, mentre eravamo in viaggio, ricordando il primo anno in conservatorio che ci ha permesso di conoscerci per poi iniziare a lavorare insieme. Per chi vive di musica il conservatorio oltre ad essere formativo da un sacco di stimoli nuovi. Il nostro in particolare che unisce i vari dipartimenti: Classico, jazz, Pop/rock ci permette di conoscere musicisti che fanno cose diverse dalle nostre o dal nostro gusto personale che però danno un nuovo carburante, idee e ci fanno scoprire nuove prospettive e approcci alla musica.
C’è un messaggio che volete trasmettere con “CHE SENSO HA”?
“Che senso ha” parla di sogni infranti ma ancora accesi da qualche parte, parla di lavoro e sudore per raggiungere i propri obiettivi, tutti sforzi che spesso non vengono ricambiati. “Che senso ha” vuole abbracciare tutte le persone che si sentono costantemente di fallire nei proprio intenti per dare la forza di andare avanti, nonostante tutto.
Come descrivereste la Puglia musicalmente parlando? È un territorio che favorisce lo sviluppo di nuove realtà musicali?
Vorremmo tanto dire che la Puglia è un terreno fertile per quanto riguarda noi artisti emergenti ma non è proprio così, soprattutto nel barese non c’è molta cultura per serate e eventi live di musica emergente. Ma forse è proprio questo il nostro punto di forza che dalla periferia cerchiamo di farci notare lo stesso.
Live in programma?
Vorremmo tanto dire, anche in questo caso, che abbiamo l’agenda piena di live ma in realtà ci aspetta qualche live organizzato da noi per strada, per farci conoscere da chi ancora non si è “notusciabbizzato” ma ci va bene così per il momento, l’importante è che suoniamo in giro, ci divertiamo, ci emozioniamo e trasmettiamo questo anche a chi ci ascolta, che siano 2 o 1000 persone.
