Leggiamo news e curiosità in questa intervista

“Dodi & Diana” è il singolo dell’eclettico artista cantautore PignaEnd, già presente sui principali stores digitali e dal 29 marzo nelle radio in promozione nazionale.
Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?
Più che una domanda banale la trovo molto complessa. Siamo abituati a tante uscite e spesso si perde il focus sui messaggi che la musica dovrebbe veramente portare, ma sono fiducioso e credo che la buona musica prima o poi arrivi a tutti. Non so bene dove arriverà la mia, so da dove sono partito e vedo in me il miglioramento, ogni canzone ha la sua storia da raccontare ed è uno scalino verso la soddisfazione personale, il mio obbiettivo naturalmente è fare arrivare il mio messaggio a tante persone, spero di riuscirci, tempo al tempo…
Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?
Domanda difficile perché stimo e ascolto tanti artisti. Se dovessi fare proprio un nome ti direi Marracash perché con la sua musica mi ha aiutato tanto a conoscermi e a capirmi e ad affrontare momenti di depressione e difficoltà, affronterei il suo pubblico perché è abituato ad un livello molto alto e per me sarebbe una grande sfida, non ti nascondo che mi tremerebbero le gambe ma a me piacciono le sfide difficili.
Quali sono i tuoi piani più immediati?
Il mio piano è stato sempre non avere un piano, la mia musica cammina molto lentamente ed ha bisogno il suo tempo per esprimersi, in pentola bolle un gruppo di canzoni, sarà un sequel di qualcosa che ho fatto in passato, presto arriveranno grosse novità ed io non vedo l’ora di annunciarvele.
Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?
Per me internet è stata la svolta. Ricordo quando ho scoperto l’esistenza dei type beat che mi hanno stravolto il modo di scrivere, mi ha sempre aiutato in tante cose come la diffusione dei pezzi, le varie ricerche prima di scrivere un pezzo per dare al mio pubblico un livello lirico culturale consono ai messaggi che vorrei trasmettere, insomma ai giorni d’oggi è una vera e propria ricchezza che abbiamo alla portata di tutti, che naturalmente bisogna sapere usare nei dovuti modi e nel rispetto degli altri.
Hai un videoclip nel cassetto, oppure dovremmo ancora attendere?
Per adesso sono focalizzato più sulla musica, anche se sono molto appassionato alla fotografia ed ho tanti sogni nel cassetto che spero di realizzare al più presto. Più che un videoclip vorrei girare qualcosa di più intenso e più lungo, con una storia da raccontare, ma certamente non mancheranno ed arriveranno, l’attesa verrà ripagata.
Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?
Vedo bellezza ovunque… Per strada, sui muri, sulle persone e sulle cose. La bellezza che abbiamo attorno è il motore principale della mia vita e della mia musica, con lei la semplicità che artisticamente è tutto cio che mi ispira. Quando parlo di bellezza mi viene in mente un pezzo che ho scritto in Bulgaria, guardandomi attorno e lasciandomi trasportare dal quartiere Kapana a Plovdiv, pieno di murales e good vibes travolgenti che “a me basta solo guardare per rimanere senza parole come cito in quella canzone che spero di farvi ascoltare molto presto… Penso che chi cade nell’apparire non ha capito il vero significato della bellezza.
C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti? Come nasce un tuo brano di solito? Raccontaci qualche aneddoto!
C’è tanta differenza, quello che ascolto è ciò che voglio sentire, mentre invece quello che scrivo è ciò che voglio dire, cerco sempre di dividere le due cose perché non mi piace essere influenzato dal mondo esterno, quello che voglio dire e trasmettere è del tutto personale. I miei brani nascono sempre dalla voglia di dire la mia, molto spesso mi chiudo in una stanza, ascolto la strumentale e cammino con l’agenda o il cellulare in mano, quando lo faccio mi piace isolarmi da tutto e restare da solo con me, magari dall’esterno sembro fuori di testa, ma in quel momento per me è come se stessi disegnando e pittando, poi ad opera finita chiedo sempre il parere delle persone più care a cui tengo.
Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?
Voglio ringraziare la mia famiglia, Lucian e Lain, per essere stati i primi a credere in me, la mia ragazza che mi sta sempre accanto in ogni momento, me stesso per non avere mai mollato, anche quando tutto il mondo mi cadeva addosso, e voi per avermi dato la possibilità di raccontare la mia storia.