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Il brano racconta la fine di un cerchio, la fine di una situazione che Lorenzo ha vissuto, che ha creato dolore ma che l’artista è riuscito a bloccare nel passato.
“Nel mio passato sei tu il veleno è la frase che mette bene a fuoco questo concetto. Riuscire a rialzarsi e a farsi forza da soli, è questo. Farcela da soli e capire che tutto quel tempo passato a piangersi addosso è stato solo perso.” Lorenzo Zucchetti
Quando hai scoperto la passione per la musica?
Sono nato e cresciuto con un padre cantautore. Mi sono innamorato prima della sua musica e poi sono voluto entrare a far parte di questo mondo. Volevo essere come lui.
C’è stata una delusione, un momento in cui ti sei scoraggiato nel tuo percorso artistico?
Si, non riuscivo ad avere quel qualcosa in più che mi potesse spingere. Volevo arrivare a tante persone e non ci riuscivo. E non riuscivo a capire perché. E’ stato un periodo che volevo mollare tutto e dire basta. Poi mi sono rimesso alla chitarra e ho scritto un brano nuovo in 10 minuti. Ce l’ho nel sangue.
Dove ti piacerebbe esibirti?
In questo momento qualsiasi posto sarebbe fantastico però se dovessi sognare mi piacerebbe esibirmi nello stadio della mia città, Cino e Lillo Del Duca.
Quali sono i punti di riferimento musicali a cui ti ispiri?
In questo momento principalmente Ultimo ma anche Olly o Capo Plaza, Cesare Cremonini. Non dico Vasco perché è troppo grande per tutti.
Qual è l’aspetto che ti piace di più di questo lavoro e quello che ti piace meno?
Beh, l’aspetto che mi piace di più, se intendi cantautore come lavoro, è fare i Live, guardare le persone e vedere che qualcuno prova le stesse emozioni che provi tu. Non c’è un aspetto che non mi piace, forse quando non riesco a scrivere, quei momenti bui sono difficili da mandare giù.