EPOCA22

Intervista alla band new wave italiana EPOCA22

É uscito venerdì 12 aprile 2024 su tutte le piattaforme digitali Visualizzare il nuovo singolo di Epoca22, in distribuzione Altafonte. 

Un nuovo capitolo per lo stratificato progetto, che ci accompagnerà verso la pubblicazione di un nuovo album: uno scorcio post moderno raccontato attraverso gli stilemi della new wave: l’arpeggio dell’introduzione, freddo e vacuo, mette in scena la vita “senza senso” del protagonista del brano; i vuoti dei riverberi creano gli spazi in cui si inserisce il racconto. A volte monotona; a volte accorata, la voce fa da narratore esterno alla vicenda; senza giudicare, almeno lei, la sorte dello sventurato Uomo contemporaneo.

Morbosità patologia e asettica razionalità sono le caratteristiche del protagonista del brano - un uomo qualunque; un signor Nessuno della società contemporanea - e sono il risultato dell’ambiente che lo circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso in cui i desideri sembrano scaturire da riviste pornografiche; droghe e voyeurismo. Nella descrizione di questo quadro apocalittico, nell’aridità di questa umanità scarnificata, l’emotività di questo “ultimo sguardo sul mondo” riporta al ricordo di una corsa infantile; alla luce che filtra da una porta finestra di una casa materna prima dell’accecante salto verso l’esterno; verso un “balcone abbacinante” che si fa simbolo di potenza vitale nella sua massima espressione: l’attimo prima della sua cessazione.

Noi abbiamo intervistato Gianluca, a proposito di scene musicali lontane dai poli di Milano e Roma. Lui ci ha dedicato tantissimo tempo, spiegandoci che cosa sta accadendo. 

EPOCA22

Quanto l’esser nato in una parte di Italia periferica, lontano dai centri di Milano e Roma, ti ha influenzato musicalmente? 

Per quanto riguarda le possibilità di “accesso” alla musica, nazionale o internazionale che fosse, in un contesto quello come degli anni '90 - e ancora di più i '00 - in cui il mercato era già globalizzato, non credo ci fossero grosse differenze tra centro e periferia: bastava accendere la tv e mettere Mtv. Nel 1997 guardavo il video di All Around The World degli Oasis da casa mia a Carrara, esattamente come un mio coetaneo a Porta Romana a Milano o una mia coetanea a Centocelle a Roma. La grande differenza tra centro e periferia stava (e credo stia) nelle possibilità di accesso a spazi indipendenti e autogestiti dove fare musica, o arte in generale. Le realtà provinciali sono spesso più asfittiche di quelle delle grandi città: dove sono nato io per esempio, non c'è mai stata, e credo che non ci sia neanche adesso, una scena hip hop; siamo ancora al rock stereotipato o al pop mainestream. La provincia può regalare tanti spunti; può dare chiavi di lettura sul mondo che la metropoli non riesce a dare; ma si deve stare attenti e fronteggiare la “calma” della provincia; i suoi codici e le sue sclerosi. Se non si sta attenti, però, si può venire fagocitati da un certo modo di pensare e di agire, che, spesso, scade in un conformismo spietato e ignorante. Poi, ovviamente, ogni realtà ha una storia a sé: Carrara, purtroppo, è una provincia povera, in cui le ingiustizie sociali sono evidenti e dove la cultura, soprattutto quella indipendente, non è valorizzata. Ci sono, per fortuna, ragazze e ragazzi che si uniscono i associazioni o collettivi che fanno arte e iniziative dal basso, ma sempre con difficoltà economiche e spesso osteggiati dai concittadini e dalle amministrazioni. 

  VISUALIZZARE è il nuovo singolo del progetto EPOCA22

Come mai hai scelto proprio il nome Epoca22 per questo progetto musicale? Quali altre potevano essere le opzioni? 

Dare un nome ai progetti è la parte che mi sfava sempre di più. Fosse per me, non darei nessun nome, però è una cosa che si deve fare. Il progetto all'inizio era un duo; eravamo io e Iacopo Catarsi, collega giornalista e musicista pisano. Alla base dei testi e della musica c'era una costante: il tema del tempo. Da qui, l'idea del termine “epoca” per rievocare un'idea di tempo indefinito, ma comunque collocato nel passato; un'idea romantica e malinconica del tempo, come probabilmente la vivevamo all'epoca; avevamo 26/27 anni. Il 22 viene per puro caso: epoca da sola non ci piaceva; ci sembrava un nome troncato; volevamo connotarlo. Decidemmo per usare un numero, un po' come quelle band beat italiane degli anni '60. È venuto naturale pensare agli anni '20, alla belle époque; al tempo, arrangiavamo i brani in una casa lungo mare a Viareggio, dove lo stile liberty la fa un po' da padrone. Insomma, era il nome giusto per raccontare le sensazioni di quel periodo. Se fosse per me ora cambierei nome in qualcosa di estremamente ispido e dal gusto sovietico. Ma ormai ci conoscono così. 

E come hai incontrato gli altri componenti di Epoca22? Avete capito fin da subito che stavate per avviare un nuovo progetto musicale, oppure avete iniziato a suonare senza pretese? Ci racconti quei giorni?

Una volta che il percorso con Catarsi è terminato, ho deciso di mettere su una band per suonare live. Avevo la necessità di portare fuori la musica che avevamo prodotto fino a quel momento; avevo voglia di tornare sui palchi. Sono tornato a casa a Carrara (all'epoca io vivevo e lavoravo a Genova) e sono andato da due persone fidate; due amici con cui avevo già suonato in precedenza: erano Sebastiano Pucci e Marco Dennis Santacroce. Io avevo le idee ben chiare in testa: per me la musica e gli Epoca22 erano e sono lavoro; necessitano, quindi, di serietà, disponibilità e impegno. Ho detto ai ragazzi che non ero lì per scherzare; che il progetto era avviato ed era serio. Loro hanno accettato entusiasti e abbiamo iniziato a provare in tre. Poi Dennis ha portato Mario Tovani come seconda chitarra e la formazione si è completata. Con il tempo poi il legame tra noi si rinsaldato ed eccoci qua con il disco che uscirà in autunno e il primo singolo, Visualizzare, che sta girando ovunque. 

  VISUALIZZARE è il nuovo singolo del progetto EPOCA22

Com’è stata la tua formazione musicale invece? Hai studiato musica?

La mia formazione musicale è stata “analogica”, cioè ho con la mia prima chitarra acustica cercavo di trovare gli accordi delle canzoni che mi piacevano: ascoltavo anche mille volte Lucy In The Sky With Diamonds dei Beatles per capire il giro armonico; rubarne riff e armonizzazioni; era come entrare in un altro mondo; ne uscivo solo dopo ore; magari quando albeggiava. Poi, cercavo di imitare il modo di suonare dei miei musicisti preferiti: quanti live acustici di Noel Gallagher mi sono sparato per imparare quel modo di suonare con la mano destra; quella del plettro. Mi ha sempre affascinato la parte ritmica. Anche oggi, tante linee di chitarre del disco sembrano prolungamenti dello rullante della batteria. La palestra principale, sono state le sale prove. Io, comunque, mi considero più un cantautatore, che un musicista; mi piace incastrare le parole nella metrica; tra gli accordi; mi piace creare atmosfere. Sicuramente non sono un virtuoso, anche perché il virtuosismo lo trovo fine a se stesso; onanistico. E non son uno avvezzo a queste pratiche. Per rispondere alla domanda: no, non ho mai studiato musica nel senso accademico, ma mi piacerebbe. Appena ho un po' di tempo, vorrei dedicarmi alla chitarra jazz; lo trovo rilassante. 

Com’è stata questa prima parte del 2024 per te?

Come stare sulle montagne russe; ma questa è un po' una costante di chi fa il musicista di lavoro; o, comunque, l'artista. Non essendoci troppe certezze, ci sono alte e basse da gestire. Sicuramente non ci si annoia. I momenti belli però sono stati tanti: al di là dell'uscita del primo singolo il 12 aprile scorso, abbiamo fatto un tour invernale molto bello. Abbiamo suonato al nord e abbiamo avuto un ottimo riscontro anche laddove non ci conosceva nessuno; poi l'esperienza del viaggiare in van; mangiare a orari strampalati; stare tutti insieme; le foto; il pre live; l'ansia; il freddo. È stato entusiasmante. E poi ora arrivano nuovi concerti in Toscana e nel Lazio. Non ci possiamo lamentare.

  VISUALIZZARE è il nuovo singolo del progetto EPOCA22

https://www.instagram.com/epoca22band

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