Lanfranco Carnacina - Il nuovo singolo “Una su un milione” - un uomo che parla ad altri uomini per sensibilizzare e far riflettere sul tema della violenza sulle donne.
Scopriamo news e curiosità in questa intervista
Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?
La musica attuale ha permesso tramite internet l’esposizione di tutte le persone che amano fare, molti casi interessanti ma moltissimi meno, e questo, secondo me, ha creato un po’ di caos nelle scelte e nel valore. Vediamo cosa ci riserverà il futuro. La mia musica, le mie canzoni, sono l’essenza di un percorso iniziato tanti anni fa con la fortuna di aver appreso tanto dai grandi Artisti che ho vissuto, da Branduardi a Pino Daniele, e all’ascolto del periodo Rock Pop più straordinario di sempre. Ora aspettiamo di vedere se la gente, poca o tanta che mi ascolterà, darà modo di farmi proseguire questo cammino.
Ad avere la possibilità di condividere un concerto in uno stadio di un big della musica internazionale, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?
Sicuramente Elton John, perché è unico e assoluto.
Quali sono i tuoi piani più immediati?
Attualmente promuoviamo il brano uscito da poco dal titolo Una su un milione, e a breve rientrerò in studio per la realizzazione del secondo brano.
Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?
Internet in questo momento storico è estremamente importante, ma mi mancano, televisivamente parlando, le manifestazioni tipo Festivalbar, Cantagiro, Festival di S. Vincent, e Disco ring. Poche ma buone. Oggi c’è solo Sanremo e, secondo me, non basta.
Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?
La bellezza è un’utopia… bello è tutto ciò che piace ad ognuno di noi nessuno escluso. L’apparire in maniera perfetta... lascia il tempo che trova.
C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?
La differenza tra ciò che ascolto e ciò che canto è abbastanza eloquente, magari avessi scritto Your Song o Knockin on Haven’s door… oggi parleremmo d’altro.
Tanta musica sulle spalle, palchi e sudore in onore alla dea musica. Con l’esperienza e la concezione raggiunta della musica, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?
Consiglierei di studiare tanto ed eliminare l’autotune.
Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?
Desidero ringraziare Simona Ubbiali la mia Manager, e i miei più stretti collaboratori ed Amici in primis Lorenzo Sebastianelli, Angelo Anastasio e Fabio Raponi… tutti musicisti straordinari, e Michele Galasso Autore di Una su un milione.