Lo abbiamo incontrato e intervistato, di Errico Canta Male abbiamo capito che scrive canzoni belle, anche se le canta male, che in anni di musica ha conosciuto belle persone, e noi siamo felici di aver conosciuto lui.
Perché il nome “Errico Canta Male”? E cosa significa per te invece, cantare bene?
Perché dicevano che le canzoni che scrivevo erano belle ma che le cantavo male. Ho fatto di questa cosa un manifesto. Non so esattamente cosa voglia dire cantare bene. I miei cantanti preferiti sono molto sgraziati
Come sei entrato in contatto con gli altri nomi che hanno partecipato a questo disco? Da Rossana De Pace e Federico Bertaccini? Affidi volentieri la tua musica a terzi?
In anni e anni di suonate in giro per Torino. Con Rossana partecipando a un format molto divertente di cover mentre Federico l’ho conosciuto al Barrio, locale della periferia, dove faceva il fonico. Lo aiutavo ad arrotolare cavi e mi chiese “che squadra tifi?” “Toro” “Anche io” e siamo diventati amici. Così, come i bambini.
Cosa racconta del tuo passato “Elèison”, dal momento in cui definisci questo album un “viaggio nel tempo”?
Sono canzoni scritte in gioventù ma ci ho messo anni per capirle e per capire che portavano un percorso preciso. È la fortuna di poter vivere contemporaneamente più momenti temporali, per me. È come parlare con me stesso di oggi, di ieri, di una vita fa
E di quale trauma hai sentito il bisogno di prendere le distanze?
Dal trauma non prendi le distanze. Lo affronti, lo capisci e inizi magari anche a volergli bene. A perdonarlo, ad accettarlo. Il senso è proprio quello
Quali sono i tuoi piani adesso?
Fare uscire il videoclip di rocce e il libro di eleison. E anche suonare
Suonare tanto. Dopo tanti anni è una cosa che mi mancava tantissimo.