In June

work in progress: intervista agli In June

In attesa di pubblicare “Collapse”, il nuovo ep in arrivo a breve, gli In June fanno uscire “Work in Progress”, nuovo singolo contraddistinto da un battito continuo e in crescendo, accompagnato anche da un lyric video. 

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Abbiamo intervistato la band per farci raccontare qualcosa di più sul loro lavoro. 

Ciao, ci raccontate come nasce “Work in progress”, il vostro ultimo singolo?

Ciao! Work in Progress è nata da una lunga bozza voce e chitarra di Dan, è cresciuta insieme a noi. La suoniamo ormai da qualche anno in sala prove, ma è stato letteralmente un “work in progress”, un lavoro in corso, ha preso forma e si è plasmato a seconda delle nostre emozioni e ispirazioni. Lentamente è venuta fuori questa canzone introspettiva ed intima, che nella prima parte si prepara ad esplodere con tutti gli strumenti che diventano potenti tutti insieme, con il basso, la chitarra elettrica e la batteria che diventano protagonisti del pezzo, accompagnando la voce nelle sue dinamiche alte e basse. 

Un lavoro su se stessi che non finisce mai: quanto c’è di autobiografico nel testo del brano?

Il testo è molto autobiografico. Nasce nell’estate del 2020, quando si ricominciava ad assaporare un’aria di libertà che sembrava però forzata e poco stabile, il che era proprio così. Tra l’incertezza e la paura del periodo, che per noi musicisti non offriva alcuna prospettiva ottimistica, ci si ritrovava spessissimo a guardarsi dentro e fare i conti con il punto in cui si era arrivati. La sensazione era quella di dover tirare le somme, e purtroppo, specie in quel periodo, quando ci si guarda dentro con l’intenzione di trovare successi molte volte ci si sente soli e ancora tutti da costruire e rifinire. 

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Come si collega questo singolo con l’ep in arrivo a breve?

Il singolo fa da perfetto collante tra il nostro primo EP “Common Grounds” e il nuovo EP “Collapse” in uscita il 22 Marzo 2024. Nell’EP si trattano i temi dell’introspezione e della difficoltà di fare i conti con il mondo, con se stessi e con le relazioni. Inoltre, la particolarità dell’EP sono le sonorità più cupe e ricercate che sono già palesate in “work in progress”.

Che fase storica state affrontando, come band?

Siamo molto contenti in questa fase storica, perché siamo maturati, ci sentiamo indipendenti e liberi. È una fase storica in cui ci sentiamo molto dentro noi stessi e dentro la nostra musica, e abbiamo la fortuna di nutrirci delle esibizioni live che ci danno sempre la carica per cominciare qualcosa di nuovo. Ci sentiamo anche pienissimi di cose nuove da voler condividere e far arrivare al pubblico. In trepidazione! 

Avete fatto qualche scoperta musicale interessante, nell’ultimo periodo?

Abbiamo fatto tante scoperte ultimamente. Mara e Dan condividono la scoperta dei Big Thief e di Adrianne Lenker, Pier si sta appassionando ai This will destroy you. Tutti e tre però stiamo facendo anche delle riscoperte. Riarrangiando alcune loro canzoni, ci siamo resi conto di quanto i Linkin Park siano moderni, attuali e al passo con i giorni nostri, e ci stiamo divertendo molto a farli un po’ nostri. 

Che cos’avete in programma per i prossimi mesi?

Nei prossimi mesi presenteremo l’EP in giro per l’Italia con qualche data qui e lì che stiamo organizzando. Abbiamo in programma di arrivare sicuramente a Milano e dintorni per qualcosa di speciale, e sicuramente vogliamo anche cominciare a lavorare su quei brani nuovi che ci stanno aspettando. Il nostro sogno è registrare un album!

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