Intervista a Livia con il suo singolo “Ammaraggio”

“Ammaraggio” è il singolo della poliedrica artista e cantautrice Livia sui principali stores digitali e dal 12 aprile nelle radio in promozione nazionale

Ammaraggio” parla di sogni, di dimensione onirica, di come il nostro inconscio tramite immagini ci mandi dei campanelli di allarme, dei messaggi. È l’unico momento in cui spegniamo totalmente la nostra razionalità per lasciarci guidare dalla fantasia. L’ammaraggio è di per sé una situazione di emergenza, in cui si deve ricorrere al modo più veloce per salvarsi ed avere questa immagine in sogno vuol dire tanto, suggerisce tanto.

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Eh, domanda pesantina… la musica di oggi (non tutta ovviamente, parlo di quella spinta dalle major, radio, talent) credo che stia prendendo la strada della pigrizia, dell’appiattimento e in più l’intelligenza artificiale sta svolgendo un ruolo sempre più fondamentale, forse si sta andando verso una deumanizzazione. La mia, in questo momento, cerca di svolgere il compito opposto, ma non sono contro la modernità, l’innovazione, anzi! Sono contro il ridurre l’arte a classifica e visualizzazioni, a mero commercio e ad annullare totalmente i principi meritocratici che dovrebbero invece essere alla base della scelta di cosa spingere così tanto e di cosa far risuonare costantemente nella testa di un’intera nazione…

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Dei miei artisti preferiti ne sono rimasti pochi in vita! (Ahahah)

Quali sono i tuoi piani più immediati?

I miei piani più immediati riguardano l’uscita di un Ep, ma non dirò più di questo!

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Non credo che desiderare di tornare ad un passato senza social possa portare a qualcosa, è praticamente impossibile. I social sono comunque un mezzo di comunicazione potentissimo, e come tutti i mezzi vanno usati, scusate la ripetizione, come mezzi e non come fini! O meglio, si può anche prestare grande attenzione alla cura dell’estetica del mezzo ma deve comunque veicolare un messaggio, un concetto, un pensiero, una riflessione. La cura dei mezzi è importantissima ma non deve essere fine a se stessa! Non deve cadere nell’autocompiacimento!

Hai un videoclip nel cassetto, oppure dovremmo ancora attendere?

Il videoclip è nel cassetto! Non ci sarà molto da attendere!

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

La musica è nata come una delle Belle Arti… il concetto di bellezza è fondamentale! Qui si ritorna un po’ al concetto di prima riguardo la cura dei mezzi che usiamo. Non basta solo avere un concetto importante da esprimere (cosa che è fondamentale), ma è importante anche la cura del mezzo grazie al quale viene esposto. E quindi la cura dell’estetica sia dal punto di vista della composizione degli arrangiamenti che della scrittura… vorrei parlarti anche della cura del canto ma credo che per me sia ancora presto! (ahahah) Ovviamente si mira a lavorare e a studiare per migliorare su tutte le componenti estetiche dei mezzi che scelgo per esprimermi.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti? Come nasce un tuo brano di solito? Raccontaci qualche aneddoto!

Certo una differenza c’è! Se non ci fosse vorrebbe dire che ciò che ho ascoltato non è stato elaborato, metabolizzato e che non ci è stata aggiunta la mia componente creativa per dare vita a qualcosa di totalmente nuovo… sarebbe una sorta di copia e incolla! Le influenze sono fondamentali, è ciò di cui un artista si nutre, da cui studia, da cui apprende per poi creare in una seconda fase, facendo tesoro di tutto ciò che si è ascoltato e che in qualche modo ci ha colpito, sia affascinandoci e rassicurandoci, sia mandandoci in crisi. Non c’è un pattern che uso per la nascita dei miei brani! Nascono quasi sempre in due, da me e dal mio compositore e arrangiatore Riccardo Delogu. Si parte talvolta da un suono, da un’immagine o da un mood che ci incuriosisce e poi si sviluppa, oppure si parte già con un concept ben preciso, oppure ci si fa un giro fra i brani che più ci hanno colpito e da cui crediamo di poter tirare fuori anche qualcosa di nostro, insomma non c’è un criterio standard, ci piace sperimentare!

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Chiudo l’intervista ringraziando intanto voi di Diffusioni Musicali, sicuramente Riccardo e tutti coloro che seguono, supportano e contribuiscono al mio progetto! Seguitemi sui social! Grazie, grazie a tutti!

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