“Ora ti conosco” è il singolo del poliedrico artista e cantautore Filippo Ruggieri

Scopriamo news e curiosità in questa intervista

Ora ti conosco” è un anthem alla vera libertà, una benedizione che tende ad assolvere chi si aggancia ancora a un passato che è passato, ponendo un freno alla volontà di gettarsi nel piacere momentaneo con la certezza di soccombere di lì a poco.

Una provocazione finale “Vuoi l’amore, ma d’amore ti senti all’altezza?”, un concetto che appare razionalmente sdoganato ormai (ma forse neanche troppo) ma che necessita di essere compreso emotivamente, per questo la scelta di esprimerlo in musica, dice Ruggieri che non è nuovo a certe tematiche nel suo Monologato Podcast, perché arrivare attraverso una melodia è un modo più efficace e diretto per toccare le corde del cuore.

Ciao Filippo, perché il titolo “Ora ti conosco”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

Una canzone che è arrivata proprio di getto in mio soccorso per rompere delle catene. Sono una persona molto libera e questo porta gli altri e il mondo in generale a volermi rinchiudere nei loro tranelli emotivi, probabilmente questa è solo una mia impressione, si vede che io semplicemente sono uno che si sente facilmente in trappola. Nelle strofe ci ho messo la maturità di chi abbandona la rabbia verso il prossimo e cerca di ricordare la tenerezza che c’è in ogni rapporto degno di nota, dimenticandosi cosa si è diventati così come nel ritornello c’è un autoimporsi con disciplina l’allontanarsi da ciò che non ci appartiene. Io non mi faccio prendere in giro troppo a lungo ma preferisco essere beffato che beffare io, per questo il vero significato di questo brano non è l’imparare a proteggersi dagli attacchi quando si è svantaggio ma è un invito a deporre le armi quando si ha il coltello dalla parte del manico.

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?

Quando facevo rap per me i miti erano Kaos One, Fabri Fibra, Bassi Maestro ecc. Adesso onestamente non è che mi ispiri a qualcuno in particolare, in questo brano però ho realizzato un po’ il sogno di fare una canzone che somigliasse a un certo mood in stile The Killers, The Strokes… Ho sempre sognato di cantare i loro brani e sentire una musicalità nella mia voce simile a loro mi tocca nel profondo.

Pubblicare un album? Se sì, quando uscirà? Oppure continuerai facendo uscire singoli come esige la discografia di oggi?

Gli album ormai sono compile di singoli, ogni tot di brani li racchiudo in un disco. L’ultimo è abbastanza recente, si intitola “Quello che non sarò mai”

Domanda impegnativa: c’è un piccolo tour all’orizzonte? Dove ti si potrebbe ascoltare live?

La musica l’ho sempre amata in studio. L’aspetto live mi interessava da adolescente quando organizzavo live e volevo fare a tutti i costi questo lavoro, ma proprio facendolo ho capito che non sono interessato a quel mondo. Certo andrei a suonare ovunque mi chiamino e uno si augura sempre di farlo in piazze importanti ma non mi sbatto per trovare date o per guadagnare dalla musica, streaming escluso, preferisco vivere la musica come un’esigenza con cui mi confronto con me stesso davanti al mio pc e al mio mic. Non è il mio lavoro e credo che non lo sarà mai, un po’ perché il sistema è così, un po’ perché forse ho perso i miei treni ammesso che ci siano mai stati alla mia stazione quelli che conducevano al successo. Di certo se sono passati io non ero pronto a prenderli e se ci sono salito, il controllore mi ha cacciato perché avevo un biglietto pluritimbrato (ahahah). Ho fatto pace con me stesso per queste carenze del mio passato, anzi sono fiero di essere stato un vero outsider.

Quali sono gli obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo percorso artistico e discografico?

Quando compongo mi pongo sempre grossi obbiettivi, pianifico campagne con determinati risultati ma la verità è che poi mi sento smarrito e poco motivato a proseguire una volta avvenuta la pubblicazione. La musica per me è una cosa molto intima, la cui fiamma arde forte durante la creazione. Per raggiungere certi obbiettivi serve voler investire centinaia di migliaia di euro che non ho e non investirei nemmeno se li avessi. Mi aspetto comunque di esprimermi con rispetto verso me stesso, facendo cose che mi rappresentano ma anche lì… I brani che mi fanno sentire rappresentato poi smettono di essere rappresentativi dopo poco. Poi li rivaluto nel tempo.

Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?

Assolutamente sì, rifarei tutto anche le cose che mi hanno tappato le ali e fatto terra bruciata. Se ci è voluto tempo per capire certi errori è perché io ero tarato in un certo modo quindi l’errore era necessario. Parlare col senno di poi è sempre pura retorica alla fine, il passato non si può cambiare e chi vive di rimpianti o rimorsi sono persone in verità che sono già finite. Io non sono mai davvero finito, forse non sono ancora iniziato.

L’ultima parola a te… lasciaci un messaggio! Grazie per queste domande e per avermi dato la possibilità di esprimermi, è sempre un lusso e non dobbiamo dimenticarlo questo.

Click here to display content from Spotify.
Learn more in Spotify’s privacy policy.