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La droga raccontata direttamente dal Pianista Indie

Uscito venerdì scorso il nuovo singolo La droga di Pianista Indie e abbiamo deciso di parlarne direttamente con lui.

Di cosa parla il tuo nuovo singolo “La Droga” e che cosa ha a che fare, se ha a che fare qualcosa, con il tuo precedente singolo “Patagonia”?

“La Droga” parla di passioni. Credo che in modo rarefatto, talvolta, esprima il Decadentismo dell’individualismo ed in questo è davvero molto simile a Patagonia, il precedente singolo. Solo che in Patagonia c’era una soluzione, l’amaca. Invece dentro “La Droga”, soluzione non c’è.

Hai seguito quest’ultima edizione di Sanremo? Qualche nome che ti ha particolarmente colpito? Come potrebbe essere una tua eventuale partecipazione a Sanremo?

Si. È stato bello vedere Giovanni Truppi al Festival, vuol dire che c’è speranza. Le canzoni che si sono classificate ai primi due posti sono funzionali per il mercato discografico. Blanco è la nuova popstar di cui le multinazionali hanno bisogno. Una mia partecipazione al festival? Mi siederei al pianoforte e suonerei una canzone. Nulla di più.

Qual è il rapporto con le dipendenze?

Tutto è dipendenza. Anche l’amore, anche la religione, anche lo sport, anche la musica, anche la meditazione crea dipendenza. Ognuno instaura il suo personalissimo rapporto. Le dipendenze ti fanno bene e male allo stesso tempo. Non credo valga la pensa discuterne più di tanto. Rientra nella sfera personale, come la masturbazione. Ognuno affronta le dipendenze come ritiene più opportuno e non è necessario sbandierarlo ai quattro venti.

Forse il Covid ha avuto un peso importante per quanto riguarda le “droghe”?

Forse il Covid è diventata la droga dei canali di informazione. Spegnere tv, tablet, computer e cellulari e leggere più libri per liberare la testa dall’immondizia che vogliono ficcarci dentro.

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Cosa ti ha spinto alla fine a togliere la maschera?

Mi faceva sudare, quando suonavo nei concerti.