In un mondo in cui le note devono correre, urlare, compiacere, ascoltare Fragile di Alessia Scilipoti significa fermarsi. È come aprire una finestra in mezzo al rumore, respirare e lasciar scivolare il suono dentro di sé. Questo primo disco della giovane flautista non è solo un debutto discografico: è un invito a riscoprire la musica strumentale come atto di resistenza, e allo stesso tempo un tributo a chi ha il coraggio di essere vulnerabile.

Il titolo stesso, Fragile, non è un gesto di debolezza. È un riconoscimento di chi appartiene a una nicchia silenziosa: i fragili, i diversi, chi ha il cuore pronto a scavare nella musica diversa, chi sa ascoltare oltre le mode e il rumore continuo del mainstream. La musica di Scilipoti diventa così una voce per chi si sente ai margini, un invito a trovare forza nella sensibilità e nella delicatezza.
I brani scelti – da Takemitsu a Saariaho, Barrett, Romitelli e Parisi – non sono scritti da lei, ma la loro interpretazione rivela con forza la sua personalità: audace, spigolosa, pronta a farsi ascoltare senza compromessi. In ’72 Tape Machine, il compositore Vincenzo Parisi, vincitore di premi e vicino agli ambienti del Conservatorio di Milano, mescola il rigore classico a un background rock, creando un brano che esplode di energia controllata. Il flauto di Alessia diventa voce percussiva, memoria, presenza: un linguaggio che resiste alla semplificazione, e al tempo stesso invita all’ascolto profondo.
Riscoprire la musica strumentale, oggi, è un atto di resistenza. Dire “no” al bombardamento di suoni standardizzati, “sì” alla lentezza, alla complessità, al silenzio che parla. In Fragile, ogni nota, ogni pausa, ogni respirazione è un gesto di autenticità, un invito a stare dentro la musica con tutto il cuore. E chi ha il cuore pronto a farsi sorprendere, chi è sensibile e vulnerabile, trova in questo disco un rifugio e una sfida insieme.
Fragile non è un album da consumare di fretta: è un incontro, una dichiarazione, un manifesto silenzioso per chi sa ascoltare. Alessia Scilipoti ci ricorda che la vera forza a volte risiede nella fragilità, e che i cuori coraggiosi sono quelli capaci di resistere attraverso la musica diversa, quella che osa essere sincera e rara.
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