“Nascosto in aria” – Giulio Brando e il disco da ascoltare da soli, a occhi chiusi

Cinque canzoni per chi cerca verità, bellezza e un po’ di pace nei suoni giusti

Copertina

Se sei il tipo che ascolta le canzoni per sentire qualcosa, allora “Nascosto in aria”, il nuovo EP di Giulio Brando, è quello che ti serve in cuffia nelle giornate in cui hai bisogno di aria (appunto), di silenzi, di frasi che non ti sovrastano ma ti parlano.

Il viaggio che comincia con “Puledro Pazzo”, è un titolo che dice già tanto. La canzone ha l’energia dei primi respiri dopo una corsa, ma non corre per scappare: corre per rinascere. Suoni folk che sembrano venire da lontano, una chitarra che apre lo spazio, una voce che racconta . Il ritornello resta, ma non s’impone. È una canzone libera, come il puledro del titolo, che rompe le gabbie emotive e galoppa verso qualcosa di nuovo. Una scelta perfetta per aprire il disco.

Dopo questa corsa, si plana dolcemente su “Nascosto in aria”, che è anche la title track. E qui cambia tutto. L’atmosfera diventa intima, quasi trasparente. È la tipica canzone che ascolti di notte, magari mentre il mondo è spento e tu sei ancora acceso. Una chitarra morbida, una voce che sembra quasi non voler disturbare. Ma attenzione: è proprio lì che arriva. Semplice e potente. Un brano che non cerca di impressionare, ma si fa sentire a lungo dopo.

Si cambia ancora con “Il mio viaggio”, che ha il sapore delle strade lunghe, delle playlist da macchina, delle riflessioni a fari spenti. Qui il suono si fa più aperto, con una vena rock sottile, quasi d’oltre oceano. Ma il punto non è dove vai: è che, mentre vai, qualcosa dentro si muove. Il testo non è esplicito, ma ti lascia pensare. E quella è la forza del pezzo: ti ci puoi ritrovare senza bisogno che ti spieghi tutto.

“Stretta a me ti tengo“. Qui l’atmosfera si fa calda, affettiva, coinvolgente. Si parte con un piano leggero e si cresce verso un’apertura melodica che accarezza senza mai sfociare nel melodramma. Brando canta dell’amore che non urla, ma resta. Del bisogno di trattenere, di non lasciar andare. E proprio quando pensi che il brano sia tutto lì, arriva l’assolo di chitarra: perfetto, centrato, pieno di significato. Una delle tracce più pop del disco, ma nel senso bello del termine.

Infine, la vera perla nascosta del disco: “Ricordo di me”. Un brano già esistente nel repertorio di Brando e qui rinasce grazie alla voce magnetica di Maela Chiappini, che trasforma il pezzo in una ballata sensuale e sospesa, con piano e sax che creano un’atmosfera da sogno. È la classica chiusura che non scende, ma sale verso qualcosa di più alto. Un finale che non mette un punto, ma lascia il pensiero sospeso nell’aria.

Se cerchi un disco per ballare, Nascosto in aria non è quello giusto. Ma se cerchi un EP che ti accompagni quando hai bisogno di rimettere in ordine i pensieri, respirare, starti vicino senza parlare troppo, allora sì: questo disco ti starà accanto come un amico che ti capisce.

Cinque brani, nessuno fuori posto. Nessuna produzione eccessiva. Solo parole vere, suoni curati e un cantautore che torna dopo anni di silenzio con un gesto semplice ma pieno di senso. A volte basta poco per restare.

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