C’è un momento, nel percorso di ogni cantautore, in cui l’urgenza espressiva si trasforma in voce compiuta, in direzione chiara. Per Dirlinger, quel momento è adesso. Dopo due anni di studio, palchi, incontri e confronti, prende forma un’opera che non è soltanto un esordio discografico, ma un manifesto d’identità. Il primo album del cantautore “marchignolo” si muove su una frontiera sottile: tra introspezione e denuncia, tra il bisogno di raccontarsi e la responsabilità di raccontare il mondo. Esce “cOntastorie”.
Otto brani per otto storie che si tengono per mano, attraversando le crepe del nostro presente con passo poetico e sguardo lucido. L’approccio è quello del “contastorie”, come lui stesso ama definirsi: c’è la volontà di evocare, più che spiegare; di sollevare dubbi più che offrire risposte. E così “Mafalda”, primo singolo estratto, si presenta non solo come un brano, ma come una dichiarazione d’intenti: una canzone che raccoglie l’eredità dei grandi della canzone d’autore, da De Gregori a Brunori Sas, per restituirla attraverso una scrittura personale, attraversata da delicate sospensioni ritmiche e una produzione artigianale nel senso più nobile del termine.
“MAFALDA” – guarda il VIDEO UFFICIALE
La voce di Dirlinger non cerca scorciatoie: è voce narrante, coscienza melodica, carezza e graffio, forse non troppo sicura nelle tenute delle intonazioni come nelle chiuse. Canta il disagio esistenziale della provincia in “Oggi come ieri”, brano di chiusa del disco che colpisce sicuramente nel mostrarsi leggero e privo di trasgressioni: il passato per Dirlinger sembra una cifra stilistica che pesca senza sconti, traducendola con quella viscosità del rock e due gocce di psichedelia. Tutto in questo disco sa di urgenza pensata, di racconto vissuto. E soprattutto, nulla è gratuito: ogni parola è scelta, ogni accordo è peso e misura. È una scrittura che cerca la verità nella complessità, nei chiaroscuri, nell’imperfezione di ciò che è profondamente umano. Con questo primo lavoro, Dirlinger si sottrae a ogni facile etichetta e si posiziona con dignità e coraggio nel panorama della nuova canzone d’autore. Non per rispondere al mercato, ma per rispondere al mondo. E questo, oggi più che mai, è un gesto necessario.







