Con il nuovo singolo “Dimmelo”, Marla si conferma una delle voci più autentiche e vulnerabili della scena cantautorale italiana. Il brano, pubblicato dopo un periodo intenso di scrittura e introspezione, si apre come una confessione, mescolando dolore, amore perduto e ricerca disperata di verità.
In questa intervista esclusiva, Marla ci accompagna nel cuore della sua musica, raccontando il processo creativo dietro “Dimmelo”, il lavoro fianco a fianco con Rosario Canale, l’evoluzione artistica degli ultimi anni e le sfide emotive che ha affrontato in studio e dal vivo.
Se stai cercando il significato profondo di “Dimmelo” o vuoi conoscere meglio l’universo emotivo di Marla, questa intervista è il punto di partenza perfetto.
“Dimmelo” si apre come una confessione a cuore aperto. Com’è nato questo brano, e qual è stato il primo impulso creativo che ti ha spinta a scriverlo?
È il risultato di un periodo molto buio per me; scrivo per necessità, scrivo perché sto male, scrivo perché quando poggio la penna sul foglio sento che il mondo non può più crollarmi addosso quindi il primo impulso è stato sicuramente il dolore.
Purtroppo o per fortuna ho un modo tutto mio di vivere le emozioni, sono sempre profonde e pesanti , quasi insopportabili.
“ Dimmelo” è nata da una necessità di sapere le cose; ho sempre paura di perdere le persone quindi se hai intenzione di andartene me lo devi comunicare altrimenti non vivo più ed entro nella mia bolla di dolore che descrivo in questo testo.
Dentro la mia testa vivono paure incessanti che sto provando ad affrontare per vivere meglio perché per colpa di queste paure, alla fine, ho perso davvero chi amavo. Quindi “DIMMELO” altrimenti non respiro più.
Hai firmato il pezzo insieme a Rosario Canale. Com’è stato lavorare a quattro mani su un brano così personale?
Se non ci fosse stato Rosario a quest’ora questa canzone era tra quei testi che avrei tranquillamente buttato; io creo e lui migliora.
Lavorare con lui è estremamente gratificante; una ora con lui è un percorso di crescita, non è una semplice lezione o una semplice sessione di scrittura.
Non sono una persone che si esprime molto ma Rosario è l’unica persona che ha visto il mio cuore in tutte le sue ferite ed è per questo che lavorare con lui diventa una crescita per me. Grazie Ros, te ne sarò per sempre grata.
Il testo è carico di emozione e fragilità. Quanto è stato difficile trasformare queste sensazioni intime in parole e melodia?
Bella domanda. Delle volte mi viene naturale trovare le parole, altre volte è quasi impossibile. Penso che le parole siano estremamente importanti perché una sola parola sbagliata può cambiare completamente il significato di ciò che voglio esprimere.
Scrivere “Dimmelo” è stato abbastanza difficile perché è un testo ricco di parole obbligatoriamente giuste per ciò che volevo esprimere; le ho cercate, le ho perfezionate, dovevano esprimere esattamente questo carico di emozioni e alla fine ci sono riuscita. Ha fatto male, ma ci sono riuscita.
Musicalmente, “Dimmelo” si muove tra l’introspezione e la tensione emotiva. Come avete costruito il sound per sostenere questo equilibrio?
Come ho già detto io creo e Rosario migliora. Ricordo bene che la prima cosa che mi venne in mente era il ritornello; immaginai un grande palco ed io che cantavo questo ritornello , dopodiché il resto è stato più facile.
Il beat e il sound sono una magia di Rosario e di tutta la sua fantastica esperienza che si porta sulle spalle e che giorno dopo giorno mi sta passando e insegnando.
Hai dichiarato che cantare “Dimmelo” è ogni volta come guardarti dentro di nuovo. Come gestisci questa vulnerabilità in sede live o in studio?
Non mi rendo mai vulnerabile agli occhi delle altre persone ma se lo faccio allora vuol dire che ho raggiunto un dolore cosi alto che le lacrime iniziano a scendere da sole; durante i live sono sempre molto concentrata sulla performance perchè se mi fermo a pensare potrei non continuare più a cantare. In studio quando ne ho il bisogno mi fermo.
Ultimamente, per esempio, sto lottando contro un nuovo testo che mi fa estremamente male.
Suono e piango, canto e piango, non riesco a procedere avanti però poi penso che devo farlo, bisogna andare avanti. Scusate per la mia sensibilità, capisco che possa annoiare.
La canzone si muove su coordinate molto narrative. C’è stato un riferimento letterario, cinematografico o musicale che ti ha ispirata?
Non al 100%, è presente solo un riferimento artistico a Modigliani, ovviamente ripreso in modo molto personale
“guardami negli occhi, nei miei mille volti, disegnami senza pupille perché ho dei vuoti da colmare”
Modigliani diceva “ quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi” e nella sua arte troviamo spesso occhi senza pupille che in molti leggono come sintomo di solitudine e di vuoto. Mi piaceva il significato perché mi sentivo esattamente alla stessa maniera.
Senza pupille, vuota, sola e senz’anima. Dipingetemi cosi, senza pupille, perché la mia anima è stata vista solo da una persona.
Il videoclip è il frutto di un lavoro molto lungo. Lavorare con Nicholas Baldini, regista noto per progetti con grandi nomi, ha rappresentato per te anche una crescita artistica. Cosa hai imparato da questa esperienza?
Che il sacrificio ripaga sempre ,che bisogna sempre lottare per ciò che si vuole e che abbiamo il bisogno di andare oltre le nostre paure.
Oltre a tutti gli insegnamenti, ho conosciuto persone fantastiche come Nicholas e Federico; super disponibili, simpatici e buoni. È stato un piacere lavorare con loro.
“Dimmelo” sembra segnare un’evoluzione rispetto ai tuoi lavori precedenti. In che modo senti di essere cambiata come artista rispetto al passato?
Attraversando gli anni sono diventata molto più sicura e consapevole in tutto ciò che faccio, a partire dalla performance a finire ai testi che sono diventati molto più significativi e consapevoli.
Non ho paura di niente e di nessuno perché so che ho me stessa come sicurezza, ciò non implica che io non sia insicura in molte cose ma se mi trovo sopra un palco so essere forte e so mascherare le mie paure; magari qualche anno fa se l’ansia mi mangiava non riuscivo a nasconderla, ora invece l’ansia mi mangia ugualmente ma in faccia ho sempre il sorriso e l’arroganza che mi mascherano.