Intervista a Vago, il nuovo alter ego musicale di Marco Fontana

Un nuovo capitolo stratificato di influenze e suggestioni, un nuovo inizio che si condisce di un immaginario cinematografico e che vuole raccontare l’amore, quello instabile: un gioco delle parti che a volte danzano all’unisono altre si muovono su basi differenti, per molti un segreto di longitudine.

Camminare sulla luna” racconta il rapporto tra un viaggiatore da fermo e la sua metà, la sua ancora di salvezza. Legati dal sentimento, diversi e sempre in balia delle onde.

Abbiamo intervistato Vago, per farci raccontare qualcosa in più su questo brano che ci ha conquistato sin dal primo ascolto.

Questo brano dal titolo “Camminare sulla luna” parla di un rapporto tra due persone, e di un segreto di longitudine. Ce ne parli? 

La canzone potrebbe essere divisa in due parti diciamo concettuali; le strofe raccontano le “derive mentali” di una delle due parti, tendente a perdersi nei voli pindarici della mente e alla costante ricerca di un rifugio altrove rispetto alla realtà in cui vive.

Nel ritornello invece entra in gioco l’altra parte, in qualche modo la razionalità, che riesce a riportare l’altro/altra coi piedi per terra cercando di insegnare la capacità di rifugiarsi nelle cose belle della realtà. I segreti di longitudine sono vari e riservati all’alchimia che si crea nella singola coppia, non credo esista una ricetta sicura ma personalmente credo che le differenze tra due persone possano aiutare ad avere confronti più arricchenti e stimoli costanti verso la comprensione del prossimo.

Diciamo che intorno al sentimento che lega due persone è importante che esista un moto perpetuo, la monotonia e la stasi non credo possano portare lontano.

È la storia di una tua relazione?

Direi un mix tra la storia di una mia relazione e della relazione con me stesso, anch’essa a tratti complicata.

E se questo brano fosse la colonna sonora di un film, di quale film sarebbe? E perchè hai questo legame, speciale, con il cinema?

Il lato positivo per citarne uno. Un film in cui i “ruoli” sentimentali di cui parlo potrebbero essere interscambiabili a seconda del momento dei protagonisti, senza spoilerare troppo. 

Il cinema è l’ambiente che vivo da molti anni, non in senso attoriale o da addetto ai lavori ma in senso fisico, vivo gran parte delle mie giornate all’interno di un cinema. Ho ricoperto tutti i ruoli possibili e calcato ogni metro del luogo cinema. Ho visto cose che voi umani..E’ una seconda casa e una grande passione insieme a quella musicale.

Chi eri, musicalmente parlando, prima del progetto Vago?

Se devo dare un nome e un ascolto a ciò che sono stato direi parte dei QUEBEGUE, il gruppo con il quale ho iniziato il mio percorso musicale e IL CICLISTA, il mio alter ego musicale dopo la fine del percorso della band con il quale ho cercato di intraprendere un percorso solista. I QUEBEGUE sono stati e sono parte della mia vita, sono i musicisti che per anni mi hanno aiutato a dare forma alle canzoni e insieme ai quali ho potuto alimentare il sogno della musica.

IL CICLISTA è stato un percorso partito con entusiasmo ma che mi ha fatto scontrare con la realtà dell’ambiente musicale visto più dall’interno. Una realtà che, sotto molti punti di vista, ho fatto fatica a fare mia e di conseguenza a starci dentro. Comunque un percorso molto importante per la mia crescita soprattutto umana. Mi piace raccontare anche di un altro progetto, I DISONESTI, trio “ironico” con cui ho avuto il piacere di fare cose molto ganze per il progetto TG SUITE inventato e capitanato da David Riondino e con cui mi piacerebbe fare qualcosa anche in futuro.

Questi sono in sostanza i porti musicali da cui sono partito per viaggi ed esperienze di ogni tipo.

Chi altri fa parte del progetto Vago e ti affianca in questo percorso?

Ci tengo a descrivere Vago come un progetto personale aperto ad altri musicisti, credo sia la forma giusta per descrivere quello che è sempre stato il mio modo di lavorare alla musica. Ho sempre scritto le canzoni e portato idee di arrangiamento ma ho sempre dato carta bianca ai musicisti che hanno approcciato ai pezzi. Questo modo di approcciare mi ha sempre fatto scoprire soluzioni e idee a cui non sarei arrivato e ha sempre reso il lavoro più stimolante per tutti.

Credo molto nella commistione di idee quando si parla di musica. Ho sempre suonato con uno zoccolo duro che sono anche la famiglia musicale delle mie precedenti esperienze, con anche tante collaborazioni esterne ma ho un forte legame con questi musicisti. In particolare vorrei citare e ringraziare Giordano Lovascio, Marco Gallenga, Richard Cocciarelli, Francesco Cusumano e Michele Staino che sono lo zoccolo duro di questo lavoro e di altre storie. Altre collaborazioni verranno scoperte nelle prossime uscite.

https://www.instagram.com/vago_in_giro