
Il nuovo EP di SantoClaus BaronNoir è una creatura anomala, affascinante, in bilico tra teatro canzone e sperimentazione narrativa. “Cavalcando il Sole” è un lavoro volutamente fuori tempo, in cui ogni traccia sembra emergere da un vecchio vinile trovato in una soffitta e riportato in vita con cura artigianale. Il brano d’apertura, “Cavalcando il Sole”, è una sorpresa: swing, folk e accenti western si rincorrono in una composizione solare e inquieta, dove la voce di SantoClaus dipinge visioni poetiche tra il surreale e il simbolico. “L’aristocratico nero” cambia registro: più sommesso, più inquieto, come un quadro che rivela il lato oscuro del potere. I fiati, dosati con eleganza, accompagnano un testo che parla per metafore e allusioni, evocando figure ambigue e atmosfere quasi lynchiane. Infine, “Il bacio” è il vero cuore oscuro del progetto: pochi accordi, un banjo insistente, e parole che sembrano sussurrate da un altro mondo. È il brano più enigmatico, ma anche il più viscerale. SantoClaus BaronNoir non fa canzoni, costruisce microcosmi: ciascun brano è un racconto sonoro e visivo che vive fuori dalle categorie, tra swing, noir e poesia postmoderna.







