Max Magnani, da buon bolognese e da ottimo DJ di lungo corso, quando non in studio di registrazione (dove lavora tanto & bene con il team di Acetone), scherza quasi sempre. Anche nella frase che leggerete qui sotto, che abbiamo rubato alla sua pagine Facebook personale, mette insieme ironia, orgoglio per i risultati di Acetone, risultati che sono prima di tutto internazionali… e un po’ di presa in giro di chi, in Italia, vuol continuare a proporre sempre le stesse cose allo stesso modo.
«Continuano ad arrivare apprezzamenti dal resto del Pianeta per le nostre produzioni Funky House, quelle che realizziamo con Acetone. Alcuni sono increduli. “Le vostre non sembrano produzioni italiane”, ci dicono. Alcuni spiritosoni forse credevano che in Italia fossimo ancora fermi a Spaghetti&Mandolino, che nei Club, che si suonasse ancora “‘O Surdato ‘Nnamorato”, magari roteando tovaglioli a tempo… ma vi sembra possibile?»
Con Nari e Jens Lissat, i creatori di Acetone, insieme agli artisti di questa realtà italiana, primi tra tutti Steve Tosi, lo stesso Max Magnani e la giovane Dj Michelle. Tra i brani più recenti pubblicati da Magnani c’è la scatenata “Desire”, uscita su TikTone, label del gruppo Acetone. Ecco poi “Vamos alla Playa” su Black Tone, perfetta per questa scatenta estate 2025.
Sei d’accordo con chi un giorno sì e l’altro pure si lamenta della crisi del divertimento?
«Proprio no. Certo che, per diversi motivi, per chi deve far divertire deve impegnarsi molto. L’Italia non è al top dal punto di vista economico e ci sono sempre meno ragazze e ragazzi… ma non capire che ci sono anche tante cose belle, che cambiano, credo sia sbagliato. I giovani e non solo loro, continuano ballare, eccome! Solo che lo fanno in contesti diversi. Le grande discoteche ci sono ancora, ma sono un po’ di meno e ci sono invece locali di nuova generazione, in cui guarda caso lavoro spesso anche io, in cui si mangia bene, si ascolta e si balla bella musica, con impianti audio molto più potenti ed efficaci che in passato».
Ti viene in mente qualche spazio di nuova generazione?
«Per fortuna se ne potrebbero fare tanti altri, in tutta Italia, ma in questo momento mi viene mentre Lupo Beach di Lido Di Savio (appena a Nord di Milano Marittima – Ravenna, NDR). In questo spazio all’aperto, una spiaggia in cui si mangia davvero bene, ci sono tre diversi impianti, perché non sempre l’impianto deve spingere forte. A volte c’è bisogno di diffondere musica ovunque a basso volume… Per questo l’altro giorno un surfista è venuto a complimentarsi per la musica, che si sentiva pure tra le onde, non forte, ma bene».
In effetti uno spazio così, che propone anche live musice e mostre d’arte, non solo cocktail, ristorazione e DJ set, sembra proprio adatto a raccontare il divertimento di oggi, che cambia sempre…
«Il punto è proprio che i tempi sono in continua evoluzione e quando sei davvero bravo, riesci ad anticiparli. Se sei comunque abbastanza bravo, il cavalchi e fai divertire il tuo pubblico. Non è che bisogna sempre fare rivoluzioni. Noi con Acetone non le facciamo, ma riproponiamo in modo nuovo e attuale certe atmosfere del passato. Lo fanno oggi gran parte dei DJ e lo fa pure Bad Bunny, ovviamente. L’importante è poi essere credibili. Oggi piace la afro, un afro remix di una hit italiana, davvero serve a qualcosa?».
Dove sta andando la musica da ballo?
«E’ molto difficile dirlo. Ricordo perfettamente quando nel 1988, un brano come “Pump Up The Volume” dei M.A.R.S.S. fu uno spartiacque. Senza quel capolavoro, chissà se la house sarebbe poi decollata in Italia e in tutto il mondo. Senz’altro sono molto soddisfatto delle mie produzioni, che infatti piacciono molto su Beatport, segno ai colleghi DJ in giro per il mondo servono. Noi di Acetone siamo in crescita, questo è sicuro. All’ADE di Amsterdam, ad esempio, quest’anno organizziamo non uno ma due party ufficiali come Acetone».
Stai facendo anche altro?
«Sì, come ogni DJ d’estate sono piuttosto impegnato… E è in uscita un nuovo remix a cui tengo molto. L’ho realizzato anche questa volta con Steve Tosi, per un rano originale dei Magenta 9, che sono un gruppo rock. Ci abbiamo già collaborato remixando una loro versione de “Il cielo in una stanza” a cui partecipò pure Gino Paoli. Anche questo nuovo remix è stato un lavoro lungo, abbiamo fanno risuonare ai ragazzi diverse parti… ma siamo fatti così, noi di Acetone. Il lavoro in studio non ci pesa affatto, se poi le canzoni fanno ballare davvero».
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