“Un giorno qualunque, bellissimo”: la meraviglia nei dettagli secondo Capolupo

Capolupo
Capolupo

Dopo aver aperto le porte del suo universo interiore con “Tra i miei disordini”, Capolupo torna su Diffusioni Musicali con un nuovo tassello del suo percorso: “Un giorno qualunque bellissimo”. Un titolo che è già una dichiarazione poetica d’intenti, un invito a cercare meraviglia nei dettagli e nei ricordi. Il brano si muove con delicatezza, tra malinconia e gratitudine, come un riflesso intimo di ciò che resta, di ciò che conta.
Ne abbiamo parlato con lui, partendo proprio da quella frase che, più che una canzone, sembra un pensiero lasciato in un giorno qualunque. Bellissimo, appunto.

Bentornato su Diffusioni Musicali, Capolupo. Qualche mese fa avevamo approfondito insieme la genesi e l’anima di “Tra i miei disordini”; oggi ti ritroviamo con “Un giorno qualunque bellissimo”, un brano che apre una nuova prospettiva nel tuo percorso e mette in luce la magia dei piccoli gesti e dei ricordi condivisi. Partendo da qui, ti chiediamo: “Un giorno qualunque bellissimo” trasforma l’ordinario in straordinario, c’è stato un momento preciso, legato a questa canzone, in cui hai sentito di aver catturato ciò che volevi trasmettere?

Sì nello specifico quando ho iniziato a sperimentare con il testo, giocando sulla melodia preesistente. Tutte le suggestioni mi proiettavano verso ricordi del passato, in particolare grazie all’utilizzo inusuale del passato remoto come forma verbale, che evoca immediatamente un sapore preciso al brano.  Seguendo questo flusso emotivo di ricordi la canzone ha preso vita e forma fino alla stesura definitiva di ogni sua parte.

Rispetto alla scrittura viscerale e introspettiva di “Tra i miei disordini” di cui avevamo parlato insieme, questo nuovo singolo apre a una prospettiva più lieve e luminosa. È stata una direzione consapevole? 

Tra i miei disordini è un brano che unisce tutte le anime del disco, essendo anche la title track dell’album. “Un giorno qualunque bellissimo” rappresenta uno dei momenti più luminosi dell’intero disco, una dedica sussurrata in cui emerge la gratitudine verso ciò che si è condiviso. 

Click here to display content from YouTube.
Learn more in YouTube’s privacy policy.

Come si è evoluto nel tempo il tuo modo di raccontare l’amore e la malinconia e in che modo “Un giorno qualunque bellissimo” rappresenta questo cambiamento?

Seppur amore e malinconia siano due aspetti che ben si conciliano nella scrittura, (ne è piena la discografia!)  per la prima volta ho avvertito il desiderio di raccontare una esperienza sentimentale in cui i piccoli gesti in amore fossero un rifugio sicuro, un patrimonio emotivo prezioso per superare insieme le inevitabili tempeste della vita.

Come produttore e autore dei tuoi brani, come bilanci la volontà di sperimentare musicalmente con l’esigenza di restare autentico e vicino a chi ti ascolta?

Mi affido sempre all’istinto nelle scelte, dalla composizione all’arrangiamento cercando di inserire quando è possibile nuovi elementi distintivi che possano sorprendere e al contempo rispettare una autenticità ed una identità artistica maturata nel corso tempo.

Guardando al percorso che ti ha portato fin qui — dalle esperienze con Estranea e Milagro fino a questa nuova fase solista — qual è l’eredità più importante che porti con te e come pensi guiderà la tua musica nel futuro? 

Il percorso stesso, con la consapevolezza che ogni traguardo raggiunto sia il risultato di una ricerca profonda dentro di sé – dallo studio di uno strumento alle esperienze vissute – in cui la musica diventa lo specchio autentico in cui proiettare la propria unicità artistica.
Tutto questo in netta contrapposizione a un modello che, oggi più che mai, sembra voler affermare altri valori: una deriva in cui si affida alle nuove tecnologie l’intera filiera artistica, togliendo sapore e sfida alla creatività, soprattutto per le nuove generazioni che si affacciano ora al panorama musicale. (È arrivato il “Docet Boomer”: ne sentivate il bisogno?). Per sintetizzarla, direi: «Finché avrò una chitarra e una storia importante da raccontare».