Nosylla, nome d’arte di Adriana Lariccia, classe 1998. Metà salentina e metà albanese, assorbe profondamente le influenze musicali e folkloristiche di entrambe le culture. Fin da piccola, la musica è la sua essenza: studia chitarra classica alla scuola “Vallotti” di Vercelli, vincendo a 8 anni il primo premio come solista. Scrive testi in italiano e inglese e pubblica due raccolte di poesie. Appassionata di cinema, teatro e musical, studia recitazione e approfondisce la psicologia come secondo percorso universitario. Per lei, la scrittura è catarsi, un mezzo per affrontare l’ansia sociale e dare voce a chi si sente solo. Il suo stile musicale fonde pop, indie e pop-punk, con influenze anni ’80. Da sette anni è frontwoman della band pop-punk Eclipsis, affinando la presenza scenica con numerosi live. Nel 2020 raggiunge le semifinali di SanremoNewTalent. Il suo primo singolo, “Una stella” (2015), è prodotto da Riccardo Eterno. Nel 2019 pubblica “Ad occhi chiusi”, “Stanza Vuota” e “May we meet again” con Cristian Piccinelli (Multiforce Publishing). Attualmente lavora con il produttore Enrico Caruso a nuovi progetti, tra cui i brani “ASMR“, “Blue Lagoon” e “Antartide”.
Quali sono le influenze musicali che sono arrivate dalla cultura salentina e da quella albanese? In che modo le tue radici si manifestano nella tua musica?
Ho più influenze salentine rispetto a quelle albanesi, passando ogni estate a San Pietro in Bevagna, località che si trova affacciata sul Mar Ionio, a pochi chilometri di distanza da Manduria e ad un’oretta di strada da Lecce. Lì, nella casa di famiglia, ho le mie radici, e lì sento di essere finalmente a casa. Su quelle spiagge sono nate canzoni, testi, suoni… Le influenze più grandi arrivano proprio dalla musica popolare salentina, un esempio principale che si è solidificato nel tempo è Il Canzoniere Grecanico Salentino, band a cui sono affezionata e seguo spessissimo nei concerti, assieme ad i Sud Sound System, i Calanti, e tutte quelle canzoni dove si parla dialetto. Sarebbe una grandissima soddisfazione ed un grande sogno quello di poter partecipare un giorno alla Notte della Taranta.
Perché hai scelto di chiamarti proprio Nosylla?
La storia è semplice, ma intricata allo stesso tempo. Inizialmente volevo trovare un nome d’arte che mi rispecchiasse, ma che fosse internazionale, perché scrivo anche in inglese. All’epoca, intorno ai miei 14 anni, cercavo un nome che suonasse bene e che piacesse anche a me, e così, dopo svariate ricerche arrivai ad Allyson. Uscì un solo brano sotto questo pseudonimo, dopodiché capii che non mi faceva così tanto impazzire, lo trovavo troppo usato e avrei rischiato di finire in mezzo a tante altre Allyson. Volevo distinguermi, ma non volevo stravolgere tutto troppo, e giocandoci intorno ad un certo punto lo capovolsi e si venne a creare Nosylla. Mi piacque subito moltissimo e da pareri esterni suonava bene anche agli altri, così decisi di tenerlo e di ricominciare da lì.
Nel tuo brano “ASMR” c’è un immaginario molto vivido. Come sei giunta alla definizione di esso?
Vedo il mondo con immaginazione, da sempre, lo guardo e ci scrivo nella testa un film, un musical, e mi domando perché non possa davvero essere così nella vita di tutti i giorni. Per cui diciamo che mi viene molto facile scrivere per immagini, usare una visione cinematografica che renda subito l’idea di quello che sto provando. Non ci penso molto quando lo faccio in realtà, mi viene naturale, è il mio stile di scrittura e credo che sia un mio punto di definizione.
E come porti avanti la creazione di un nuovo pezzo? Qual è il tuo metodo di lavoro?
Scrivo canzoni perché ho bisogno di esprimere le emozioni che dentro faticano ad essere elaborate, e per cui per me è molto più importante il testo della strumentale, ecco perché, quando prendo in mano la mia chitarra, scrivo in contemporanea sia la musica sia le parole, è un lavoro simultaneo. Dopo questa fase mi ritrovo con il produttore e lavoriamo insieme all’eventuale modifica delle parti da sistemare, lui si occupa della strumentale e poi registriamo. Diciamo che dalla bozza iniziale alla versione finale la canzone viene lavorata molte volte, ma quello che voglio rimanga sempre è il significato del testo nella sua interezza.
Programmi live per l’estate?
Per ora nulla di programmato, penso solo a scrivere cose nuove e continuare il mio progetto nel miglior modo possibile.







