A partire da venerdì 13 giugno è disponibile su tutte le piattaforme digitali Monolocale, il nuovo EP di Goodbye Marco, distribuito da Ada Music. Un lavoro nato da una riflessione concreta: trovare un luogo, anche piccolo, dove potersi sentire al sicuro.
Il titolo dell’EP richiama l’immagine di un monolocale, inteso non solo come spazio fisico ma anche come dimensione interiore. Una risposta personale a una realtà urbana percepita come ostile, in particolare quella di Milano, che fa da sfondo – mai citata ma sempre riconoscibile – al racconto musicale. Il contesto cittadino emerge in filigrana: si parla di precarietà abitativa, solitudine, difficoltà di inserirsi in un sistema che spesso sembra respingere più che accogliere.
Le produzioni sono affidate a Haru, che accompagna i testi con sonorità che oscillano tra momenti di delicatezza e aperture più decise. I brani mettono in dialogo esperienze intime e riflessioni collettive, in un equilibrio tra vulnerabilità e lucidità.
Monolocale si compone di sei tracce, ognuna con un tema centrale. No Fast Food apre il progetto con una riflessione sul modo in cui oggi viene fruita la musica – e, più in generale, la cultura – spesso ridotta a consumo rapido e superficiale. In Colpevole, l’artista compie un esercizio di autoanalisi, riconoscendo gli errori e le responsabilità personali. Nuda per me racconta una relazione complessa, segnata da alti e bassi, dipendenze e momenti di vicinanza profonda. Veloce, Veloce affronta l’ansia e il ritmo frenetico della vita contemporanea, mentre L’Obiettivo si presenta come una dichiarazione di intenti, dove la ricerca di riscatto passa attraverso la scrittura e la musica. A chiudere il lavoro è Malumore, un brano che alterna spoken word e suoni lo-fi, e che riflette sulla difficoltà di sentirsi accolti, dentro o fuori casa.
Con Monolocale, Goodbye Marco propone un racconto diretto, senza sovrastrutture, che restituisce uno spaccato generazionale fatto di insicurezze, tensioni e ricerca di identità. Un lavoro coerente, che si muove tra autobiografia e osservazione del presente, e che conferma la volontà dell’artista di raccontare ciò che spesso rimane ai margini.







