“Cercasi un Dio” è un viaggio ironico e lucido dentro il caos della modernità. È un album che si muove tra generi e umori, saltando dal punk al blues, dal rap al pop, senza mai perdere coerenza. Ogni brano è uno specchio distorto – ma verissimo – della nostra epoca: si parla di selfie e social, di complotti e pigrizia, di esaurimenti e illusioni, ma sempre con una voce fuori dal coro.
Il brano che dà il titolo al disco, *Cercasi un Dio*, apre le danze con una riflessione provocatoria sulla spiritualità perduta, mentre *Diritti da untore* gioca con sarcasmo sulle paure collettive e le derive del pensiero critico. C’è spazio per l’ironia spietata di *Tutta colpa del 5G*, per la malinconia di *Nessuno mi sente*, fino alla rabbia lucida di *Cervelli in affitto*.
Ogni titolo è un mondo a sé: *La vita è un meme, poi muori*, *Non sono sbronzo, sono filosofico*, *Perdo tempo, ma con stile*. È un linguaggio che mescola cultura pop e pensiero esistenziale, con testi che fanno ridere, ma anche male. L’umorismo diventa un’arma, un modo per sopravvivere al cinismo quotidiano.
“Cercasi un Dio” è un disco che non cerca risposte ma fa le domande giuste, anche quando sembrano assurde. È per chi si sente fuori posto, per chi pensa troppo, per chi ha provato a cambiare il mondo ma poi ha scoperto la pigrizia. È un disco che non giudica, ma osserva, smonta e gioca. In un’epoca dove tutto è plastica, algoritmo e performance, questo lavoro suona vero, storto, vivo. Un album che fa ridere, pensare e magari pure bestemmiare, mentre si cerca un Dio… e si trova un meme.
BIO
Kimicha98 è una giovane produttrice musicale che trasforma i testi che scrive in musica grazie all’intelligenza artificiale. Non viene da anni di palchi o studi professionali, ma da una passione autentica coltivata per hobby, che diventa sfogo creativo e forma di protesta. Nelle sue canzoni dà voce a tutto ciò che non funziona nel mondo: a volte con ironia tagliente, altre con toni più duri, ma sempre con uno sguardo lucido e originale sulla realtà.