É uscito su tutte le piattaforme digitali venerdì 13 dicembre 2024, l’album di debutto di Giorgio Adamo, dal titolo “PIÚ DEI GIGANTI” (fuori per Disordine Dischi, e in distribuzione Believe). Un nuovo e importante capitolo per il cantante e attore (che abbiamo visto sul palco al fianco di nomi del calibro di Anastacia, Malika Ayane, Anggun…), che si espone oggi con un disco personale e intenso, un viaggio sonoro di puro cantautorato con incursioni elettroniche. Otto tracce in mezz’ora che ritraggono le varie sfaccettature dell’autore.
Al centro c’è l’uomo che naviga tra brutture splendore, nella contraddizione dei sentimenti che fluiscono nella sua esistenza. Si declamano fiducia e smarrimento, colpevolezza e perdono, amore e odio. Vi è contenuta tutta la gratitudine per ciò che si ha, partendo dalla consapevolezza, attraversando il dubbio, navigando tra gli errori e i rimedi, esplorando il mondo che ci circonda, ciò che possiamo percepire al di sopra di esso e ricondurlo al nostro universo interiore; passa poi dall’osservazione di vite altrui, in cui possiamo ritrovare noi stessi, migliorarle e migliorarci, degusta la fine e l’inizio delle cose, si conclude celebrando il sogno, senza divenirne schiavi.
Noi lo abbiamo intervistato: a partire dalle macchinate con la musica con suo padre, i musical e questo debutto discografico così intenso
Dopo tutte le tue numerose esperienze, provi ancora l’ansia da palcoscenico? E quando, in particolare?
Sempre!! Che io stia all’Arena di Verona o nel più piccolo teatro di periferia, quella ” bestia” lì non è mai svanita. Alle première sicuramente l’avverto di più e in generale con il tempo ho imparato a governarla. Dove invece non riesco proprio ad attenuarla è alle audizioni, in quel caso ho davvero palpitazioni ingestibili.
E che cosa centra il tuo disco, con quel primo ascolto di “Wish you were here” dei Pink Floyd, in macchina con tuo padre?
In realtà i Pink Floyd sono stati il primo vero amore musicale ed è stato tramandato dai miei genitori perché sin da bambino mi hanno romanticamente raccontato di avermi concepito sulle note di ” Wish You Were Here”. Che ci siano inconscie sfumature nel disco lo lascio ai posteri, io evito di essere blasfemo 😅
Il tuo album di debutto, parla di te? Non hai mai paura di esporti troppo con le persone che ti conoscono?
L’arte in generale mi rende libero. Libero di potermi esprimere, di vivere d’ispirazione, di esorcizzare pesi emotivi. È qualcosa che fai per te, ma che doni anche agli altri. Il giudizio che ne scaturisce è un punto di vista, un’ interpretazione. Quella paura di cui parli credo che un po’ ci sia stata, ecco perché esco con questo lavoro solo ora. Per me è un passo avanti da GIGANTE e oggi quel tipo di paura non ne ho.
E che cosa ti ha insegnato il tuo lavoro come attore e cantante, che hai sfruttato anche per questo disco, da cantautore?
Una compagna teatrale che viaggia insieme per mesi è un piccolo mondo. In uno spettacolo che va in scena con 30 persone sul palco ogni sera, bisogna raggiungere la consapevolezza che ognuno sia fondamentale per la riuscita del tutto. Che il nostro ego debba ridimensionarsi per mettersi al servizio di tutti, che tu sia il primo attore a proscenio sulla battuta più importante o che tu sia immobile in un controscena a fondo palco. In questo modo riusciremmo ad accrescere il valore di noi stessi, dell’altro e di conseguenza del nostro piccolo mondo. Spero che questa mia visione possa intravedersi tra i versi delle mie canzoni.
Ti vedremo anche in tour in questa nuova veste?
Sarò impegnato in tour fino a fine Maggio con tre spettacoli differenti: Rock at the opera, un concerto di classici del rock con super band, orchestra dal vivo e 4 cantanti, poi con Cats e Jesus Christ Superstar con il Teatro Sistina per la regia di Massimo Romeo Piparo. Sto cercando di pianificare anche l’attività di promozione per questo disco che inevitabilmente slitterà un po’.