Elena Ventura è una cantautrice ligure che fonde con naturalezza pop e sonorità retrò, arricchendo ogni brano con un tocco personale e autentico. Formata in canto jazz presso il Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, Elena ha saputo trasformare la sua passione per la musica in un percorso artistico versatile e ispirato. Attraverso l’uso di strumenti come l’ukulele, simbolo di creatività e rinascita per il suo progetto più recente, e il costante desiderio di evolvere, la cantautrice affronta tematiche profonde con una sensibilità unica. Il suo nuovo singolo Inevitabile riflette questo spirito di ricerca e cambiamento, e il progetto ha conquistato subito l’attenzione di Diffusioni Musicali, che l’ha intervistata per esplorare i retroscena della sua musica e delle sue emozioni.
Ciao Elena, benvenuta su Diffusioni Musicali. Se Inevitabile fosse una stagione dell’anno, quale sarebbe e perché? Cosa ti evoca questo cambiamento di tempo nella tua musica?
Ciao a tutti! Se Inevitabile fosse una stagione dell’anno sicuramente sarebbe una stagione di mezzo o l’autunno o la primavera. Perché rappresenta quelle giornate non definite dove c’è il sole ma può anche piovere. Sono giornate instabili in cui tutto è imperfetto e va bene così. Il cambiamento di tempo mi piace perché indica movimento, non amo la staticità e così anche nella mia musica mi piace cambiare ed evolvere sempre.
Immagina che il tuo ukulele possa parlare: cosa direbbe riguardo alla creazione di Inevitabile?
Direbbe sicuramente.” Hai visto come sono stato d’ispirazione per te?non ci credevi vero? “ in effetti all’inizio ero un po’ scettica sul provare a comporre con l’ukulele. Ho sempre scritto al pianoforte ma ero bloccata non riuscivo a creare niente che mi emozionasse. Poi un giorno il mio produttore e amico Nicola Nastos mi ha detto ma perché non provi l’ukulele è più ritmico e ti può aiutare a sbloccare la creatività . Ed è stato proprio così mi sono fatta trasportare da questo suono così dolce ma nello stesso tempo “happy “ e dopo pochissimo ho composto “Inevitabile” che è nata in 10 minuti .
Qual è il ricordo più potente che hai legato alla tua formazione in canto jazz e come influisce sulla tua scrittura oggi?
Non ho un ricordo in particolare ce ne sono tanti legati al jazz, ho cominciato presto ad avvicinarmi a questo genere , mi ha sempre molto affascinato il linguaggio jazz a tal punto da iscrivermi a canto jazz presso il Conservatorio Niccolò Paganini di Genova. Canto con una big band jazz, mi esibisco in formazioni varie con musicisti jazz , spesso canto una band che fa swing di Genova gli Attackaboogie e in generale anche nel mio repertorio cantautorale inserisco spesso queste sonorità perché le ho nella mia formazione ed inevitabilmente escono fuori e donano un gusto retrò al mio stile.
Se dovessi scrivere una canzone ispirata a un viaggio che non hai ancora fatto, dove ti porterebbe la tua musica e quali emozioni vorresti esplorare?
Forse in Giappone perché mi ispira molto la cultura di questi posti il loro modo di vivere , la loro grande educazione e il loro rispetto dove l’interesse del gruppo prevale su quello individuale. Mi piacerebbe un giorno portare la mia musica ad un livello superiore e parlare in questi grandi valori .
Hai mai scritto un brano che, dopo averlo finito, ti ha fatto sentire come se avessi svelato un segreto che non sapevi nemmeno di custodire?
Direi di no, cioè tutte le volte che scrivo un brano parlo di consapevolezze che ho acquisito nel tempo e quindi non sono segreti ma verità che mi sento di esprimere e condividere con gli altri. A volte comunico il mio pensiero con dolcezza altre volte con ironia dipende da quello che voglio dire e dalla musica che creo.
Guardando la tua carriera da una prospettiva più ampia, qual è la lezione che la musica ti ha insegnato che non avresti mai imparato in nessun altro contesto?
Sicuramente che la musica è condivisione. Cioè senza l’altro che ti ascolta nulla ha senso e se si fa insieme ad altre persone ha ancora più valore. Non so se questa lezione di vita me l’avrebbe potuta dare qualsiasi forma d’arte. La musica fa bene a tutti a chi la riceve e a chi la fa ed ancora più potente se fatta insieme a più persone.