É uscito venerdì 15 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali (in distribuzione Believe Music Italy) il nuovo singolo di Andrea Meda, un nuovo capitolo autobiografico e intenso dal titolo “Qualcosa che ti somigli“. Una canzone ossimorica ed emotiva, per tutti i romantici che rimangono con i piedi per terra, alla ricerca di quotidianità.
Il brano è il frutto dell’insieme di pensieri che passano per la testa quando la vita ti porta ad incontrare una persona molto simile a te, che però sembra non accorgersi di questa affinità. È una canzone che parla d’amore, ma anche di come il rapporto con gli altri alle volte scateni dentro di noi sensazioni contrastanti.
Noi lo abbiamo intervistato, dopo un mese intenso intrisecamente legato a questo brano, Andrea ha ancora molto da raccontare…
Ci racconti del periodo in cui è nato questo brano? E come ti senti adesso a riascoltare un brano così personale come “Qualcuno che ti somigli”?
In realtà questa canzone è stata scritta molto recentemente e la lavorazione ha richiesto veramente poco tempo, semplicemente e’ stato un periodo dove mi erano capitate delle cose che richiedevano di essere raccontate in una canzone per una mia esigenza personale, quindi possiamo dire che la canzone è arrivata “da sola” in qualche modo.
Riascoltandola sicuramente mi ricorda la persona e la situazione per cui era stata scritta, anche se non mi mette assolutamente tristezza anzi, sono talmente contento di quello che ne è uscito che è diventata per me
Che ruolo hanno avuto Beatles e Oasis nel tuo percorso musicale? E quali altri gruppi ti hanno influenzato e ti influenzano tutt’ora? Dove possiamo ritrovare questi nomi nella tua musica?
I Beatles sono stati il mio primo approccio alla musica, una delle primissime band che ho sentito da bambino, quando ancora non sapevo effettivamente l’importanza storica della loro musica quindi mi affascinava semplicemente il loro suono e il mood generale delle canzoni.
Gli oasis sono arrivati dopo e hanno avuto un grosso impatto su di me sia musicalmente ma anche per quanto riguarda l’attitudine con cui fare le cose, l’essere sicuri che quello che fai valga la pena di essere ascoltato, l’essere convinti di star facendo qualcosa di bello, anche se spesso questa cosa veniva scambiata per arroganza nel loro caso.
Nella mia musica non so esattamente dove potete trovarli, io so solo che li ho ascoltati tanto quindi da qualche parte e mescolati ad altre mille influenze devono esserci per forza.
Come sei entrato a far parte di un gruppo tributo a De Andrè? E come sono cambiate le cose per te da quell’esperienza? Si ripeterà?
Sono entrato a far parte di questo gruppo tramite un mio ex compagno di classe che è tutt’ora il cantante di questo tributo che molto semplicemente ricordandosi che suonavo la chitarra mi ha contattato per propormi questa cosa, inutile dire che durante quell’esperienza sono entrato in contatto con un mondo musicale a me sconosciuto che mi ha messo la voglia di scrivere canzoni in modo più costante e di dedicarci il giusto impegno.
Non credo si ripeterà, stando dentro a quel tipo di situazione ho capito che preferisco dedicare il mio tempo a creare qualcosa di mio al cento per cento, sebbene io sia assolutamente in ottimi rapporti con tutti quanti gli altri comportamenti sia ben chiaro.
Hai esordito nello stesso anno con un disco dal titolo “La vita di casa”. Come mai questo titolo, e che è successo da quel momento per il tuo progetto musicale solista?
“La via di casa” è stato il mio primo approccio al pubblico, un progetto assolutamente spartano e sicuramente molto meno curato di quanto sia quello che faccio ora, ricordo quel periodo con piacere anche se ad oggi per me è come se quelle canzoni le avesse scritte un’altra persona, ho cambiato totalmente la direzione del mio progetto da allora e continuerò a cambiare, mi piace essere in continua evoluzione.
Il feat. che ti piacerebbe realizzare?
Nel panorama musicale ci sono un sacco di artisti che reputo validissimi, mi piacciono molto di Genovesi della nuova generazione, forse farei volentieri un feat. Con Bresh.