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Carmen D’Urso e il potere delle emozioni in «Cosa resta di una favola» | INTERVISTA

Tra atmosfere anni ’90 e una vocalità intensa, Carmen D’Urso ci accompagna in un viaggio di emozioni sospese, ricordi e melodie. L’intervista svela la forza di una voce cresciuta nel cuore della lirica, pronta a trasformare il pop in una narrazione intima e autentica

Ciao, Carmen. Come è nata l’idea di riportare alla luce un’atmosfera così dichiaratamente anni’90?
Dopo aver ascoltato alcune mie interpretazioni Samuel ha un’ idea fantastica ossia imbastire un brano che dia risalto al colore della mia voce e alla generosa estensione.

Che legame personale hai con quel decennio musicale?
È stato un periodo di grande fermento, dalla mia voglia di emergere come cantante, seppur con infinita timidezza e insicurezza, all’ incontro con personaggi del calibro di Guido Maria Ferilli(autore di Un Amore così grande) e il maestro Raffaele Bellafronte

Qual è stato l’elemento interpretativo che ti ha guidata durante la registrazione?
Il sentimento stesso che è racchiuso nel testo del brano, è come se di fronte a me avessi avuto una persona a cui rivolgermi. Posso affermare che a guidarmi è stata l’ autenticità

Che cosa speri rimanga all’ascoltatore dopo il primo ascolto del brano?

Tutta la passione con cui ho cercato di interpretare il brano. Così che ogni ascoltatore possa farlo suo, sentendosi a sua volta protagonista di quel racconto

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