“SEXY DROGA” è un disco che non grida, ma arriva dritto al cuore. È un lavoro che affronta emozioni difficili senza mai scivolare nella retorica, mantenendo un tono umano, vulnerabile, profondamente vero.
Il lato A è un ritratto dell’inquietudine quotidiana. È una stanchezza che pesa sul petto, un pensiero che non vuole spegnersi, una notte che non concede tregua. Qui la band racconta la condizione emotiva di chi vive “di traverso”, senza certezze.
Il lato B porta in scena il bisogno di contatto. È un lato che parla di piaceri cercati per tappare i vuoti, di abbracci presi in prestito, di intimità che spesso consola meno di quanto ferisce. È una parte del disco estremamente delicata, perché non giudica mai i tentativi di sentirsi vivi.
Il lato C è la caduta. Qui l’autodistruzione diventa linguaggio emotivo e la notte si fa lunga, vischiosa, piena di eccessi che non liberano ma stringono. È il lato in cui l’album si prende il rischio di essere crudele, ma senza perdere compassione.
Il lato D è un abbraccio stanco. È la pace che arriva quando si smette di lottare contro se stessi. È un paesaggio emotivo fatto di ricordi che non fanno più male, di un presente che non chiede nulla se non di essere respirato.






