Nel nuovo singolo «Oggi», juanito, la paranoia fonde immagini cinematografiche e una scrittura viscerale, raccontando il tempo che passa e lascia il segno. Un’intervista autentica, tra ex amori, notti insonni e il desiderio di dare voce al caos emotivo con sonorità pop e un’anima cantautorale

Ciao, juanito. “Oggi” racconta un presente fragile, attraversato da memoria e cambiamento. Qual è stata la scintilla che ha dato origine al brano?
Una storia sul ciglio della fine, la presa di coscienza del fatto che non basta più l’amarsi, che il tempo insieme è terminato. Non c’è niente di male a livello logico ma il fisico risponde diversamente, ci chiede di urlare, di liberarci ed è quello che abbiamo fatto!
Il pezzo ha un’estetica pop elegante intrecciata a sfumature anni ’80. Come hai lavorato con T.N.Y. e Lorenzo Condoleo per costruire questo suono così riconoscibile?
Diciamo che le notti insonni che ho passato a scrivere il pezzo sono state pareggiate dalle notti insonni che hanno passato ad arrangiarlo hahaha. Sono molto fiero del pezzo che n’è uscito, tutti si complimentano per il tappeto che questi die fenomeni mi hanno steso e non posso far altro che ringraziarli :3
Il tuo timbro graffiato è ormai un tratto distintivo. In che modo la tua vocalità dialoga con la parte più intima della scrittura?
In modo abbastanza naturale devo dire, è uno strumento che si accorda autonomamente. Certo poi in studio lavoriamo anche sull’intenzione e cerchiamo di far uscire al meglio le registrazioni. Però se una parte è urlata è perché il mio corpo ha bisogno di esprimere così il concetto che sto affrontando.
Come si inserisce “Oggi” nel percorso di crescita che stai portando avanti con Dissections e Ciao Proprio?
Rappresenta un nuovo inizio o una continuità? Ovviamente stando dalla parte della produzione per noi ha un senso di continuità, ci stiamo impegnando e, anche se ogni volta sembra più difficile e complesso, è giusto ogni tanto allontanarci dalla tela ed essere fieri di cosa abbiamo creato.







