Nel nuovo singolo, Deborah Cadenasso ci accompagna lungo un percorso fatto di emozioni autentiche, tra malinconia e speranza. Una narrazione che intreccia vissuto personale e significato universale, dove il viaggio diventa metafora della vita, delle sue incertezze e delle mete interiori da raggiungere senza mai fermarsi davvero.

Ciao, Deborah. Qual è stata l’immagine o la sensazione originaria che ha dato vita a “In Viaggio”?
A volte è una fortuna non essere più giovanissimi, ci concede la prospettiva di avere contemporaneamente la visione della nostra vita trascorsa e l’ambizione di un percorso futuro ancora aperto. E’ qui che si può meglio capire l’importanza del “percorso”, la memoria della strada già fatta e la visione delle tappe ancora da percorrere per una meta od un obiettivo, che, forse, non sappiamo se raggiungeremo ma, sicuramente, strada facendo, ci lascia la mente ed il cuore pieni di emozioni e di ricordi; questi segnano i nostri “viaggi” e spesso sono ciò che rende meritevole l’averli intrapresi, sia che parliamo di viaggi “veri”, sia che parliamo di viaggi metaforici, un bel viaggio di una vacanza a lungo sognata, un percorso di studio, una carriera di lavoro. E’ il pensiero di ciò che è stata la mia vita e di quelle che sono le mie prospettive per il futuro che mi ha fatto pensare a queste immagini rievocate nel testo.
Nel brano si percepisce un equilibrio tra malinconia e speranza: come hai lavorato su questa dualità?
Nella vita di ognuno si attraversano momenti di alti e bassi, ricordi di luoghi passati, di persone che non ci sono più, di momenti ormai andati; per me, però, c’è sempre positività nel futuro, nella speranza di ciò che possiamo costruire, di arrivare a compiere i nostri obiettivi, di incontrare persone positive nella nostra vita, è una dualità insita nelle nostre esistenze e nel mio mondo. E’ normale credo un po’ per tutti avere alternanze fra questi momenti, il mio modo di pensare, che spero sia anche un messaggio, è di non perdere mai la speranza di superare i nostri momenti meno felici, di vivere guardando verso la luce del sole, certi che ogni giorno tornerà a sorgere per illuminare le nostre vite, tendere le mani verso le novità. Dobbiamo crederci e pensare che non siamo mai soli e che possiamo dare un senso alle nostre esistenze,
Chi rappresenta per te quel “punto fermo” che illumina il cammino?
Per me il punto fermo vuole anche essere una metafora, può essere una persona che ti capisce, ti supporta e crede in te, può essere un familiare, spero che ognuno possa trovare qualcuno vicino che può sostenerlo e costituire un riferimento, anche un insegnante, un maestro di vita, non per forza un amore. Io ho avuto la fortuna di avere un grande Nonno, un grande Maestro di arti marziali di fama internazionale, per me un meraviglioso esempio di vita e serenità, con la costante ambizione di migliorare se stesso e darsi al prossimo.
Cosa desideri che resti nel cuore di chi ascolta la canzone?
Spero innanzi tutto che possa essere un momento piacevole, spero poi trovino spunti in cui identificarsi col proprio vissuto. Spero sia una distrazione da cantare nel proprio quotidiano e che sia anche un messaggio che vuole dire di non restare immobili, perché muoversi, intraprendere nuovi percorsi, ha sempre qualcosa di positivo. Di sicuro il percorso sarà la parte più bella e vissuta, la meta è in parte una scusa per iniziarlo questo viaggio, in cui, spesso, una volta raggiunta, la parte più interessante, memorabile e bella si è già compiuta.







