“Sleep Paralysis”: il viaggio emotivo dei Re-Volt tra fine, rinascita e identità sonora

Revolt shooting ottobre

Con Sleep Paralysis, i Re-Volt inaugurano un nuovo capitolo artistico, trasformando emozioni comuni — amore, nostalgia, amicizia, rinascita — in un racconto sonoro intenso e viscerale. L’album si apre con “The Time Has Come”, un treno in corsa verso ciò che finisce e ciò che ricomincia, filo conduttore di tutte le tracce.

Nati dall’urgenza di esprimersi senza filtri, i brani si sono quasi “scritti da soli”, guidati da una forte esigenza emotiva. Oggi la band guarda avanti: portare la propria musica a più persone possibile, suonare, emozionare ed emozionarsi. Nell’intervista, i Re-Volt raccontano la genesi del disco, le loro ispirazioni e gli orizzonti futuri.

C’è stato un momento chiave che ha segnato l’inizio del vostro percorso artistico?
Uno dei momenti decisivi nel nostro percorso musicale è stato quando abbiamo deciso di entrare in studio e scrivere di canzoni che raccontassero di tutti quei sentimenti che accomunano le persone, come di amicizia, di amore, di nostalgia ma anche di rinascita. È importante ricordarsi che davanti alle difficoltà che la vita ci pone quotidianamente non dobbiamo dimenticarci di far brillare la nostra luce e di rinascere ogni giorno, è quello uno dei messaggi che vogliamo trasmettere con il nostro album.

Dopo aver chiuso la produzione di un brano, chi è la prima persona con cui lo condividete? E perché proprio lei/lui?
Dopo aver finito di produrre una canzone la facciamo ascoltare ai nostri partner o ai nostri cari. Avere un feedback in anteprima per noi è importante

Come vivete la scena musicale della vostra città? Vi ha influenzato in qualche modo?
Ci piace l’idea di poter portare la nostra musica non solo nella nostra città ma soprattutto al di fuori, specialmente a livello nazionale.

Il vostro nuovo album è finalmente fuori: qual è stata la sua genesi? C’è un filo conduttore che lega i brani?
Sleep paralysis inizia con “the time has come “ il suono di un treno accompagnato da un giro di basso continuo e martellante che indica l’attesa di una fine o di un nuovo inizio, che sarebbe un po’ il filo conduttore di tutti i suoi brani ( la fine di una vita, l’inizio di una nuova, la fine di un’amore e la promessa di uno eterno, l’attesa di un sogno che si avveri e il legame imprescindibile dell’anima. È nato tutto per necessità di raccontare ed esprimere emozioni e sentimenti e si è costruito un po’ da se come se la penna e la chitarra sapessero già cosa incidere.

Quali nuovi orizzonti volete esplorare con la vostra musica? Su cosa state lavorando ora?
Al momento abbiamo voglia di portare la nostra musica a quante più persone possibile, di suonare con un pubblico davanti, di divertire e di fare emozionare (ed emozionarci) con ciò che abbiamo creato negli ultimi due anni, il frutto del nostro lavoro.
Non escludiamo però che in un futuro possa esserci nuovamente l’occasione di scrivere delle nuove canzoni.