Recensione di “Volevo Andare Altrove” (Lizard Records, Novembre 2025)

Novembre 2025 porta con sé una ventata di “aria nuova” nel panorama progressive-rock italiano con l’esordio degli ᴧRIᴧNUOVᴧ e il loro primo concept album, “Volevo Andare Altrove”. Pubblicato da Lizard Records, questo disco è un coraggioso e profondo viaggio sonoro che esplora i desideri atavici dell’essere umano e la perenne, a volte cieca, ricerca dei ‘sollievi dell’anima’: successo, armonia, cura dei propri cari, e il sogno di poter “andare altrove”.
“Da sempre abbiamo bisogno di andare altrove, ma non sappiamo esattamente dove.”
Questa frase, che funge da chiave di lettura sul retro dell’album, riassume la tensione emotiva e concettuale che permea 53 minuti di musica, suddivisi in 8 tracce.
La Nascita di un Concept d’Esperienza
Sebbene sia il primo lavoro sotto il nome ᴧRIᴧNUOVᴧ, il progetto è il risultato dell’incontro di musicisti di grande esperienza. L’idea e la totalità di musica, testi e arrangiamenti nascono da Daniele Olia (chitarre, tastiere, liuto, voci), co-fondatore dei Qirsh. A raccogliere la sua chiamata, tre colleghi d’eccezione: il versatile batterista Luca Bonomi (anche responsabile del mix e mastering), il carismatico cantante Massimo Zanon (già con Ciuingam e Contatto), e il chitarrista solista Michele Spinoni (Diamante, Rock Legacy).

Il sound che ne scaturisce è un amalgama sapiente: la matrice è chiaramente il prog-rock sinfonico anni ’70, arricchito da elementi più classici (organo, archi, piano) e colorato da sfumature rock melodico new wave e ampi, evocativi spazi di stampo ‘pinkfloydiano’. Al primo ascolto, non si può negare la parentela concettuale e stilistica con l’universo dei Qirsh di Olia, ma “Volevo Andare Altrove” si eleva, arricchito dalle diverse esperienze dei suoi interpreti, in un’entità sonora a sé stante, progressiva e visionaria.
Le Tappe del Viaggio: Analisi Traccia per Traccia
L’album si dipana come un percorso emotivo e concettuale ben definito:
1. Rota Fortunae ($3’30”$): Un frenetico intro strumentale “prog vecchio stile” che omaggia l’imprevedibilità del destino con scale discendenti e un uso evocativo del latino, richiamando la PFM.
2. La strada buona ($5’20”$): Il vero e proprio ‘manifesto’ del disco. La riflessione esistenziale di metà percorso (“Non ho più tempo di perdere tempo…”) si traduce in un brano che vira verso uno stile più new wave, con tastiere in primo piano e ritornelli accattivanti, uniti a cambi di atmosfera stile C.S.I. Il grido finale “C’è bisogno di aria nuova” è un messaggio universale.
3. Rainbow bridge ($6’12”$): Una toccante e non banale meditazione sulla leggenda del Ponte dell’Arcobaleno (nella versione originale Navajo), affrontata con un arrangiamento di rock psichedelico ricco di effetti sonori e riff di chitarra che strizzano l’occhio a Animals dei Pink Floyd.
4. Downfall ($4’57”$): Un brano strumentale teso sulla bramosa ricerca del successo, dove un riff di chitarra continuo, un basso pulsante e la batteria incessante di Bonomi fanno da sfondo a un caleidoscopio vocale di frasi celebri, che culmina nella “caduta” e nel riflessivo piano elettrico finale.
5. La quiete dopo la tempesta ($8’10”$): Oltre otto minuti di strumentale chirurgicamente costruito per rappresentare le fasi di una tempesta interiore e fisica. Un inizio inquieto che sfocia in un crescendo con chitarra 12 corde e assoli epici, con velati omaggi al prog-sinfonico dei Pooh.
6. La commedia è finita ($6’45”$): Una malinconica ballata pop-rock che valorizza la voce calda di Zanon, con intermezzi synth-prog. Il drammatico finale, con il coro che scandisce “Acta est fabula, plaudite“, è l’amara riflessione dell’artista che assiste al tramonto della musica dal vivo e su disco.
7. L’orologio che andava all’indietro ($15’45”$): Il cuore pulsante del disco, una suite complessa che ricorda i Genesis dei primi anni ’70. Un viaggio a ritroso nel tempo in 7 parti distinte: dall’ansia de ‘Le nuvole’ alla caduta psichedelica ne ‘Il pozzo’, fino al terrore de ‘La paura’. La salvezza arriva con l’evasione cosmica de ‘L’orizzonte degli eventi’, per approdare al gran finale, ‘Il ritorno’, un emotivo rock lento che celebra l’età della prima gioventù e dei valori perduti.
8. Fortunae Rota volvitur ($2’10”$): Un solenne e incerto crescendo strumentale sinfonico che, come nei Carmina Burana, chiude la riflessione sulla Fortuna. L’album termina con la consapevolezza che, nonostante tutto, “non sappiamo esattamente dove” si stia andando.
Un’Opera Multimediale
“Volevo Andare Altrove” non è solo un disco da ascoltare, ma un’opera da esplorare. La versione CD è arricchita da una grafica visionaria e un libretto interno che, con testi, immagini evocative e didascalie, accompagna l’ascoltatore. La stessa cura è stata riversata nei videoclip realizzati per alcuni brani, che vengono pubblicati contestualmente.
Il progetto ᴧRIᴧNUOVᴧ si impone come una voce matura e complessa nel panorama prog-rock, in grado di resistere al “vento contrario” dello scadimento musicale odierno, offrendo un prodotto curato in ogni dettaglio, sia sonoro che concettuale.
ARIANUOVA – Volevo Andare Altrove – YouTube
ARIANUOVA – Rainbow Bridge (Official Video)
ARIANUOVA – La Quiete Dopo La Tempesta (Official Video) – YouTube






