I Blind Loops tornano con “Drift“, un singolo che conferma la loro capacità di coniugare elettronica, jazz e improvvisazione in un linguaggio musicale unico e stratificato. La band, guidata da Luca Scapellato alle live-electronics, continua a esplorare territori sonori complessi senza mai perdere il contatto con chi ascolta, mantenendo un equilibrio sorprendente tra sperimentazione e coinvolgimento. In questa intervista, ci raccontano il processo creativo dietro Drift, le sfide di fare musica oggi e le direzioni che desiderano esplorare in futuro, tra nuove strutture compositive e possibili collaborazioni.

Intervista a Luca Scapellato (Blind Loops)
“Drift” è un brano stratificato, che unisce elettronica, jazz e improvvisazione: da dove siete partiti per costruire il pezzo e quale atmosfera volevate evocare?
Siamo partiti dal loop di chitarra, costruendo sopra una struttura che mantenesse quell’andamento irregolare che rende il brano interessante.
In un panorama in cui fare musica non garantisce un sostentamento stabile, cosa vi spinge ancora a creare e pubblicare nuovi brani?
Sarebbe molto deprimente non farlo.
Dal vostro esordio fino a “Drift”, come è cambiato il vostro approccio compositivo e cosa vi ha insegnato il percorso finora?
Abbiamo imparato a farci meno domande.
Come riuscite a bilanciare l’aspetto sperimentale e improvvisativo dei vostri live con la necessità di dare al pubblico un’esperienza coerente e coinvolgente?
Si può improvvisare e sperimentare restando coinvolgenti. L’importante è non rinchiudersi in se stessi, ma fornire degli appigli a chi ci ascolta per restare connessi.
Guardando al futuro di Blind Loops, quali direzioni vorreste esplorare, sia a livello musicale sia a livello di collaborazioni o progetti?
Stiamo sperimentando sulle strutture dei brani, cercando di renderle più flessibili e aperte.
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