Il percorso dei Lokomorf trova nel disco 36AM una tappa significativa, capace di restituire in modo chiaro la direzione artistica del trio guidato da Rod Catani. L’album, pubblicato da Level Up Dischi, nasce da un lavoro che unisce introspezione e costruzione collettiva, alternando momenti di intimità sonora ad aperture più ampie, dove elettronica, chitarre e componenti ritmiche si intrecciano senza forzature. La scrittura si muove lungo un equilibrio calibrato, in cui ogni scelta sembra rispondere a una necessità precisa: nulla risulta superfluo, niente appare inserito per convenzione, e il risultato è un disco che si fa ascoltare con attenzione crescente.

Il progetto Lokomorf, internazionale nella sua formazione e nella sua visione, beneficia della varietà di esperienze dei suoi componenti, che contribuiscono a definire un suono riconoscibile pur non rinunciando alla sperimentazione. Catani, alla guida creativa, porta all’interno delle composizioni un approccio narrativo che si riflette nella struttura dei brani, spesso costruiti come piccoli movimenti, dove la melodia non è mai completamente lineare e dove le atmosfere si trasformano gradualmente.
36AM esplora temi personali e suggestioni più astratte, mantenendo un tono che non cerca l’immediato impatto emotivo ma punta piuttosto a un ascolto approfondito. È un album che cresce nel tempo, capace di mostrare nuovi dettagli a ogni passaggio, sostenuto da una produzione attenta, coerente con la natura indipendente del progetto.
Il progetto Lokomorf prende vita in un contesto internazionale, fra Italia e Spagna. Quali esperienze personali di questi anni hai scelto di riportare nel disco 36AM?
In generale quelle legate alla difficoltá nel rapportarsi agli altri e al mondo circostante, per me una costante durante un percorso che mi ha fatto “abitare” contesti molto diversi fra loro: mantenendo per lo piú invariate le domande e le sfide esistenziali, le risposte si sono fatte progressivamente piú articolate in funzione dei riferimenti disponibili, ammettendo prospettive diverse in merito allo stesso soggetto.
Nell’album ci sono brani molto diversi tra loro per approccio e atmosfera. Come scegliete in fase di scrittura quale direzione prendere per ciascuna traccia?
I brani in un certo senso nascono giá con una loro identitá, anche se non sempre compiuta al momento della prima stesura; il processo di sviluppo consiste nell’ascoltare a mente aperta, cercare di capire dove i pezzi vogliono andare e seguire le piste confidando sulle sensazioni che sono capaci di generare. In questa dinamica sono fondamentali l’affinitá fra musicisti e la capacitá tecnica di tradurre sensazioni ed intuizioni in musica.
Il basso ha un ruolo molto centrale nel tuo lavoro. In che modo la tua visione del basso influenza l’arrangiamento dei brani e la dinamica della band?
Il basso elettrico è lo strumento che mi identifica e in assoluto quello attraverso cui meglio riesco ad esprimemi: molti dei brani che scrivo nascono o si sviluppano intorno a linee di basso che, nella dinamica di un Trio come Lokomorf, ha la funzione di garantire l’amalgama fra la percussione e le armonie apportate da chitarra e voce. Per questo è fondamentale che sia distintivo ma anche attentamente dosato in modo da non compromettere il delicato equilibrio del brano.
Il brano “Ode to Gagarin” chiude l’album con una nota epica. Come è nata l’idea di collegare musica, mito e riflessione esistenziale in quella traccia?
È nata in maniera del tutto spontanea: l’immagine di Gagarin –impersonificazione per eccellenza di chi osa spingersi oltre i limiti – solo e depresso che beveva l’ennesima vodka in un oscuro bar di periferia si è manifestata (come spesso accade) mentre guidavo, accompagnata in blocco dalle parole e melodia del primo verso: un’immagine potente e singolare che mi ha spinto a e scavare fino a comprenderne il senso e portarla a complimento. La coda sinfonica, degno epilogo, l’ho arrangiata e registrata su GarageBand in un paio di intense nottate.
Ora che 36AM è uscito, quali sono gli obiettivi immediati per i Lokomorf? Live, nuovi brani, collaborazione – cosa avete già programmato?
Per quanto stiamo giá lavorando su diversi brani originali, l’obiettivo prioritario ed immediato per Lokomorf è esibirci dal vivo e vedere la reazione del pubblico per capire esattamente a che punto siamo. Per quanto riguarda le collaborazioni invece, qualcosa di interessante sta bollendo in pentola …. ma è ancora presto per parlarne.






