“Pray”, il nuovo capitolo di Gianluca Amore

Foto Gianluca Amore

Dopo aver esplorato negli anni diverse sfumature della propria identità artistica, Gianluca Amore torna con un nuovo singolo dal titolo “Pray”, un brano intenso e carico di significato che racconta il bisogno umano di trovare un punto di riferimento quando tutto sembra crollare.
In un momento di profonda difficoltà, il protagonista del brano — smarrito e senza certezze — affida la propria voce a una preghiera, chiedendo a un’entità superiore di aiutarlo a ritrovare la strada e la luce. La canzone si distingue per un ritmo incalzante nelle strofe, un pre-ritornello sospeso e un inciso esplosivo, quasi un urlo liberatorio, capace di trasmettere all’ascoltatore un’ondata di energia emotiva.

Con “Pray”, Gianluca Amore conferma la sua capacità di fondere intensità vocale, profondità lirica e potenza melodica in un racconto sonoro che parla a tutti coloro che hanno attraversato un momento di buio. In occasione dell’uscita del singolo, Diffusioni Musicali ha incontrato l’artista per un’intervista in cui racconta le sue origini, il legame con la scena musicale padovana e la consapevolezza di un percorso in continua evoluzione.

Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata parte della tua vita?
L’ho sempre saputo, dalla nascita. Negli anni, ho cercato di capire in che modo potesse farne parte.

Che rapporto hai con la scena musicale della tua città? Ti senti parte di una comunità artistica?
Padova è sicuramente una città piena di arte, musica, artisti, band, realtà musicali. Mi ritengo fortunato; certo, non è Milano, ma nel padovano c’è molta collaborazione tra cantanti e musicisti.

Se dovessi descrivere il tuo nuovo singolo con tre parole, quali sceglieresti?
Epico, intenso, corale.

C’è una frase del tuo nuovo brano a cui sei particolarmente legato?
“Prendimi per mano, e portami a casa.”

Ti capita mai di riascoltare le tue vecchie canzoni? Che effetto ti fanno?
Credo di avere un buon rapporto con i miei vecchi brani. C’è sicuramente uno sguardo tecnico rispetto al fatto che oggi quel brano lo canterei, arrangerei o scriverei in modo diverso, ma al contempo è una fotografia di quel momento, quindi va bene così.

Guardando al futuro, dove pensi che ti porterà il tuo viaggio musicale?
A stare sempre più ore sul palco, spero.