Con «La mano», i Trattamento di fine rapporto trasformano la distanza in un gesto di vicinanza autentica. Un brano nato nel silenzio della pandemia, dove la delicatezza del tocco diventa simbolo di umanità e resistenza. Guido Ianni e la sua band firmano un valzer sospeso tra malinconia, introspezione e speranza condivisa.

Cosa rappresenta per voi il brano «La mano» nel contesto del vostro percorso musicale?
È il brano più recente del disco Crinali che contiene canzoni che esistono già dal 2016 almeno nella versione chitarra e voce. La mano rappresenta un punto di svolta in un periodo in cui nonostante il lungo periodo di reclusione non erano emerse idee particolarmente brillanti mentre gli accordi e le parole di questa canzone sono comparse quasi di getto in meno d un’ora.
Qual è stato il momento esatto in cui è nata l’idea del testo?
Il testo si è sviluppato in contemporanea con un giro di accordi che al primo impatto non mi sembrava nemmeno troppo convincente. erano parole che avevamo dentro e che probabilmente avevano bisogno di quell’ armonia per venire alla luce.
Come convivono nel vostro sound le influenze alt folk, cantautorali e indie pop?
Credo che sia sempre difficile definirsi e inquadrarsi con un’ etichetta netta e specifica o con un genere esistente. Rifarsi ad uno stile definito a priori può essere una limitazione creativa ma la definizione di Alt- folk ci sta quantomeno perché comunque le canzoni nascono tutta chitarra e voce e il testo nasce contemporaneamente alla musica con un metodo che richiama il cantautorato. Gli arrangiamenti d’insieme orientano poi il sound verso l’ indie pop almeno in Crinali. Nei T.F.R. comunque esistono e convivono gusti eterogenei e svariati.
In che modo la pandemia ha modificato il vostro modo di fare musica e relazionarvi al pubblico?
Per fortuna è stata vissuta come una parentesi da superare e quindi una fase transitoria che abbiamo affrontato meglio di altri vivendo in zone già abbastanza isolate ed essendo abituati a un contatto diretto con la natura che ci siamo concessi anche in quel periodo. In certi momenti ci siamo sentiti privilegiati ed è stata una grande fortuna perché non ci siamo svuotati da un punto di vista creativo anche se siamo tornati a una scrittura più serena solo al termine di questa fase di lockdown . La mano fa eccezione perché nasce in piena emergenza.
Quale messaggio sperate arrivi più forte a chi ascolta questa canzone?
Il messaggio è sicuramente quello della ricerca di vicinanza, la necessità di gesti gratuiti che ci facciano sentire ancora umani e solidali e che mettano a nudo la nostra sensibilità. la canzone esprime però un rimpianto perché tutto ciò non è avvenuto e il poco tempo disponibile è stato sciupato da parole fredde e di circostanza.
Cosa bolle in pentola per il futuro del Trattamento di fine rapporto?
È stata per noi un’ estate intensa con più di 15 date tra Marche, Umbria e Abruzzo. Cercheremo di portare i Crinali ancora altrove ma senza ansie e contemporaneamente ci dedicheremo anche a nuovi brani e sarà un’ occasione per trascorrere un po’ di tempo insieme in sala prove o in studio e per recuperare un respiro più disteso rispetto alla rincorsa continua dei live, perché il tour ha regalato diverse soddisfazioni ma sono una fase molto impegnativa per i suonatori indipendenti.