Lasciare andare per rinascere: il viaggio di Roxy B. in “Questa notte”

Roxy B. - Ph. by Marco Carotenuto
Roxy B. – Ph. by Marco Carotenuto

Diffusioni Musicali incontra Roxy B. per parlare del suo ultimo brano, un pop elegante che affronta la resistenza al cambiamento e il bisogno di riscoprirsi. Tra Napoli e Milano, tra introspezione e ritmo, l’artista racconta le tappe di un percorso umano e creativo.

Come nasce la collaborazione con Antonio Esposito e Luca Rustici e cosa portano al tuo sound?

Tutto ha avuto inizio da quel magico incontro con Luca, da cui poi è nata l’idea di sviluppare, anche con il contributo di Antonio, un progetto musicale che mettesse in luce le mie peculiarità vocali e interpretative. Il risultato è stato un pop d’autore dalle sonorità sofisticate, ma pur sempre di immediato ascolto, che Luca e Antonio, con la loro grande sensibilità artistica e professionalità, hanno saputo offrirmi ed in cui io mi sono subito ritrovata.

Nel testo inviti a non restare intrappolati nel passato: è stato un insegnamento personale?

Certamente. Tante volte ho dovuto fare i conti con comportamenti, pensieri ed emozioni che nascevano dal tentativo di trattenere ciò che non c’era più. Ho a cuore e tratto, quindi, di questi temi, così complessi e delicati, nella mia musica, proprio perché, come molti di noi, ne ho avuto esperienza diretta e perché, da tempo, continuo ad impegnarmi nella ricerca di una sempre maggiore consapevolezza che possa aiutarmi a liberarmi anche da quelle dinamiche emotive.

Il lockdown ti ha permesso di tornare al canto: cosa ti ha spinta a trasformare quella passione in un progetto professionale?

Quando la passione per il canto è riesplosa dentro di me, nonostante l’avessi ignorata per tanti anni, ho capito che essa era una parte importante della mia vita e, quindi, meritava di avere spazio ed attenzione. Ho pensato che il modo migliore per iniziare fosse quello di conoscere lo strumento attraverso il quale quella passione si esprimeva: la mia voce. Man mano che procedevo con lo studio del canto, si rafforzava in me il desiderio di cantare sempre meglio e, quindi, di farmi ascoltare da più persone possibile. E, come spesso avviene quando i nostri pensieri, emozioni ed azioni si allineano a ciò che sentiamo davvero autentico in noi, le opportunità di realizzare ciò in cui crediamo arrivano, anche se in forme e tempi che non siamo noi a decidere. Quindi il progetto professionale, occasionato da quell’incontro fortunato, è stato l’evoluzione naturale di ciò che, in fondo, era già tutto dentro di me e stavo, in quale che modo, già vivendo, solo credendoci.

Quanto contano per te i dettagli sonori anni ’80 che emergono nei tuoi brani?

Sono molto significativi, perché la musica degli anni ‘80 fa parte della mia cultura musicale, in particolare il sophisti-pop che ha visto la luce proprio in quegli anni assolutamente straordinari per varietà di generi e sonorità inedite, oltre che per gli artisti indimenticabili che hanno riempito la scena musicale internazionale. Un pop che i miei brani ripropongono, in chiave moderna, anche per la vicinanza alla mia vocalità, influenzata dal jazz e dal soul, e per le atmosfere raffinate e seducenti in cui ho sempre amato immergermi.

Raccontaci un episodio dietro le quinte delle riprese del video di “Questa notte”.

Un gran mal di schiena, mentre ero seduta sul letto. Per fortuna, Silvana Matarazzo, mia consulente di immagine, presente durante le riprese, ha avuto la brillante idea di posizionare, dietro di me, un cuscino per sostenermi ed è stato provvidenziale.

Come stai vivendo l’attenzione delle radio e del pubblico verso questo singolo?

Come una bambina che, con occhi sgranati ed a bocca aperta, riceve ricchi regali, sentendosi “vista” e accolta.Spero vivamente che, dopo la curiosità iniziale, sempre più persone trovino in questo brano – e in generale nella mia musica – qualcosa per cui valga la pena fermarsi ad ascoltare, in cui si possano riconoscere e ritrovare. Questo darebbe davvero senso al mio lavoro.

Se dovessi descrivere “Questa notte” con tre parole, quali sceglieresti e perché?

Struggente, perché esprime la lacerante sofferenza prodotta dalla fine di un amore importante e dalla difficoltà di lasciarlo andare. Sofisticato per le sue raffinate sonorità anni 80’. Confortante, per il messaggio che vuole portare e cioè che la sofferenza, se non la tratteniamo e non insistiamo a rimanere in ciò che non c’è più, durerà “questa notte sola”. Il passato va conservato per la memoria che esso contiene di tutte le volte in cui pensavamo di non farcela e, invece, ce l’abbiamo fatta, anche se riportando tante cicatrici. Chiudo, dunque, con un augurio che sento di fare a tutti noi e cioè di tornare al passato non per viverlo ancora, ma per attingere da esso insegnamenti, forza e speranza, grati a quella versione di noi che quel passato ha vissuto e che, tra cadute e risalite, ci ha fatto avanzare fino al nostro presente.