Di Notte: Vivere intensamente, suonare controcorrente

La band Di Notte ha da poco pubblicato il suo nuovo EP Few more shreds of this dark sky, uscito il 18 luglio 2025 e anticipato dal singolo Desert(o). Il lavoro raccoglie cinque tracce, tra cui alcuni brani inediti in versione live come C’est la VieDon’t Surrender e The Sea in Conwy, che mostrano l’anima più intensa e viscerale della formazione. Un progetto che conferma la volontà della band di sperimentare e di portare avanti una scrittura capace di unire intimità e potenza espressiva. Proprio in occasione di questa uscita siamo felici di averli intervistati per approfondire il loro percorso.

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Prima di “Di Notte” c’erano altri progetti, altre esperienze. Cosa vi portate dietro da quei percorsi precedenti, e cosa invece avete deciso di lasciare fuori da questa nuova identità?

semplicemente tre cose: l’esperienza, i contatti e la voglia di portare in giro il nostro sound.

La scena musicale attuale sembra oscillare tra omologazione e voglia di riscatto. Come vi relazionate a questo panorama, soprattutto come band emergente?

noi abbiamo deciso, in modo piuttosto incosciente, di proporre in italia un genere che probabilmente è di nicchia anche all’estero: il post punk. quindi la parola omologazione non ci appartiene. poi è vero, non suoniamo egg punk o garage e qualche spazio alle melodie più pop ci piace lasciarlo. ma è semplicemente il riflesso della scena che piace a noi, ovvero nomi come pixies, weezer, suicide, lemonheads, ma anche i più recenti strokes, qotsa, fontaines d.c., the murder capital, sleaford mods, been stellar. emergono ogni giorno band diverse (soprattutto in uk e usa) che a 20 anni spaccano il culo a tutti, portando molti temi e voglia di riscatto. noi vogliamo dire la nostra: viviamo le nostre vite piuttosto intensamente e le esperienze personali sono sia il contenuto che il motore stesso di tutto il progetto. dateci due birre e un motivo per farci incazzare e ne tiriamo fuori una canzone.

Vi sentite più vicini alla dimensione live, artigianale, oppure a quella più digitale e costruita che oggi domina la comunicazione musicale?

la dimensione artigianale e il contatto con il pubblico sono la parte più vibrante del nostro progetto. noi viviamo di emozioni, sia in privato che nella musica, ovvero sia durante la produzione che in tutto il lavoro preparativo (discussioni e confronti inclusi). anche in sala prove ci piace portare gente che ascolta, che suda assieme a noi. poi il buon filippo passamonti del vdss recording studio ripassa i brani nella fase di masterizzazione, usando anche qualche frammento digitale, ma anche lì, sui colli ciociari, c’è tanto artigianato (lo studio in legno se l’è costruito tutto da solo e i pezzi sono registrati su nastro). ma anche quando siamo lì, tra una pinta e una canna, suoniamo tutto come se fosse un live, con confronti sulla singola nota, sul singolo riverbero, ma anche sulla scena musicale internazionale e sulla vita in generale.

Il progetto “Di Notte” ha un nome che già suggerisce uno sguardo preciso sul mondo. Che tipo di visione portate avanti, e quanto ha a che fare con ciò che avete vissuto prima?

di notte succedono cose, molte cose. dopo la giornata quali ingranaggi ben oliati della macchina lavorativa occidentale (siamo un ingegnere e un avvocato), la notte possiamo dedicare le poche ore rimaste a tirare fuori i nostri sogni artistici, i nostri progetti e le nostre ambizioni musicali. il punto è proprio questo: fare il musicista è un lavoro e in italia (se fai tutto in diy come noi) non vedi molte mani tese verso di te (al massimo tese verso l’alto…). questo porta a suggellare diverse amicizie tra gli addetti ai lavori ma anche a doversi piegare alle dinamiche dell’industria musicale. noi vorremmo abbattere questo muro e dare maggiore visibilità a questa forma d’arte, almeno dal punto di vista del genere musicale che proponiamo e che riteniamo sia poco diffuso nel belpaese.

Oggi si pubblicano singoli più che dischi, si corre più che si cammina. Come vivete voi la pressione del “pubblicare spesso” e del dover essere sempre visibili?

ci stiamo dentro. ci organizziamo su tutto e spesso riusciamo a fare tutto in due: grafiche, contenuti, flyers, date da chiudere… sono nella stragrande maggioranza tutte farina del nostro sacco. ovviamente cerchiamo sempre di collaborare con chi è allineato con noi e che crea contenuti che ci piacciono. per quanto riguarda la produzione prettamente musicale, il primo album è nato veramente di impulso, come se fossimo stati posseduti da qualcosa. partendo da zero, l’ep è nato in una primavera. per essere visibili quindi non facciamo molta fatica, perché una canzone può nascere in una sera ed essere confezionata il giorno dopo. la pressione e l’urgenza di produrre portano quindi solo a partorire nuove idee. il 29 settembre usciranno due versioni remixate del nostro singolo più famoso, Casiraghi, da parte di due nostri amici: pale quai du noise, che la propone in chiave uk garage preservando l’energia del coro da stadio, e Pau Maälgabeskij, che la trasfigura in una mina rave tra bassi distorti e suggestioni ebm.