Nestore Verre torna con un brano che è insieme un manifesto e una carezza: Unici è una canzone che parla al cuore senza rinunciare all’energia del pop contemporaneo. Ne abbiamo parlato con lui per scoprire come si costruisce un singolo così intenso, potente e necessario.
- “Unici” è un titolo importante. Quando hai sentito che questa parola sarebbe stata il centro del brano?
Quando ho scritto e composto “UNICI” il focus principale è arrivato sin da subito. In realtà è un vero e proprio concetto che è sempre stato dentro di me e che in questo periodo è uscito fuori prepotentemente proprio per quello che stiamo vivendo in questo periodo storico nel quale la società ci impone spudoratamente dei clichè e degli stereotipi che se non li segui quasi non esisti…beh per me esistere significa seguire se stessi, essere autentici, essere UNICI.
- La produzione è firmata insieme a Kikko Palmosi, una collaborazione ormai consolidata. Com’è lavorare con lui?
Si, collaboro con Kikko da quasi 15 anni e per me è un grande piacere… è un ottimo professionista ma soprattutto rispetta tanto le mie idee, le mie scelte e capisce subito la direzione che voglio prendere e poi ha una pazienza infinita.
- In “Unici” unisci scrittura poetica e ritmica pop. Come gestisci questo equilibrio nel processo creativo?
Aggiungerei anche una forte anima rock!!! Comunque non è per niente difficile gestirlo, mi viene molto naturale e mi piace davvero tanto questo mood che riesco a creare, anche se in realtà non mi è mai interessato definire e sezionare la musica in generi e sotto generi ma vedo che invece di sparire questo approccio si sta intensificando. In verità poi sono tutti distanti dalla realtà Spesso si parla di Vasco come rocker ma di rock c’è poco e niente, Lazza dice che ha portato il rap a Sanremo ma “Cenere” è una carinissima canzone pop che avrebbe cantato bene Alessandra Amoroso, per non parlare del cantautorato.Non c’è da meravigliasi quindi se un sound contemporaneo, incalzante e dinamico avvolge concetti forti Se una canzone è bella ed emoziona non c’è nessuna etichetta da farle indossare. Ho divagato lo so!!!
- C’è un momento della lavorazione del brano che ricordi con particolare emozione?
Beh, ogni singolo momento ha degli istanti di magia, di ansie ed eccitazione… pensandoci bene quello che più mi emoziona è aver fotografato perfettamente tutto ciò che avevo dentro.
- Ti lasci guidare molto dalle emozioni. Come riesci a tradurle in suoni, senza perderne l’intensità?
Sinceramente non riesco a spiegarlo,è come se le emozioni prendessero vita ritrovandotele di fronte e negli occhi di chi ti sta accanto e quando sono forti l’intensità non svanisce mai.
6. Hai attraversato tante fasi musicali: in cosa senti che “Unici” rappresenta un punto di svolta?
Si, ho attraversato tante fasi e non ho mai pensato alla svolta e forse questa cosa la pago. Come dice qualcuno del mio team”almeno una volta puntiamo a quell’obiettivo”.Ma a me interessa l’arte e la magia che si crea quando riesci a mettere in poesia la realtà che tu vivi e non quello che stabilisci seduto a un tavolo per contare i numeri che fai.
- Quanto conta per te oggi avere una voce riconoscibile nel panorama pop italiano?
Tanto, anche se, non so se sia più un valore aggiunto essere riconoscibile!!!
- Hai già dato qualche indizio su un nuovo progetto discografico. Cosa puoi anticiparci?
Ci sarà un disco molto presto, un piccolo indizio?!?!… La divina commedia







