
Il progetto Korishanti nasce nel 2009 a Torino da un’idea del sitarista Michele Campanella e del cantautore Franco Rapillo in arte Cico Moreno. Nel tempo i due iniziano a lavorare sui testi, approdano alla forma canzone, arricchiscono l’organico arrivando a proporre un set elettrico durante i live. Diversi i riconoscimenti ottenuti in questi anni di attività e svariati live in Italia ma non solo. “Il Pessimista” è il nuovo singolo della band che si pregia del feat. di Bunna, cantante di Africa Unite. Nel brano sonorità pop e reggae fanno da sfondo ad un testo profondo che esplora due visioni opposte della vita. Abbiamo incontrato i Korishanti ed abbiamo parlato del nuovo brano e dei progetti futuri.
Buongiorno Korishanti, vi chiedo di presentarvi ai lettori di Diffusioni Musicali che ancora non vi conoscono
Ciao a tutti! Siamo i Korishanti, un progetto musicale nato nel 2009 come trio strumentale e poi evoluto nel tempo in una formazione più ampia e contaminata. La nostra musica è un viaggio tra generi, culture e sensibilità diverse: amiamo mescolare sonorità etniche, pop, reggae e cantautorato, con testi che parlano del nostro tempo, delle nostre fragilità e delle nostre speranze. Cerchiamo sempre di unire contenuto e coinvolgimento, riflessione e ritmo.
È uscito da qualche settimana il vostro nuovo singolo “Il Pessimista”. È un brano che sarà incluso nel vostro nuovo album in uscita il prossimo autunno?
Sì, “Il Pessimista” farà parte del nostro nuovo album, anche se realisticamente vedrà la luce nel 2026. Sarà un lavoro ricco di contrasti, di storie e di collaborazioni speciali, proprio come questo singolo che rappresenta bene il cuore del progetto: una riflessione sulle due voci che convivono dentro ognuno di noi, tra disillusione e desiderio di riscatto.
In questo periodo state lavorando in studio?
In realtà lo facciamo sempre, avendo la fortuna di avere un nostro spazio dove provare e registrare. Siamo nel pieno della fase creativa e ogni giorno è un passo avanti nella costruzione di qualcosa che sentiamo davvero nostro. Stiamo sperimentando tanto, sia a livello sonoro che narrativo, e non vediamo l’ora di condividere tutto con il pubblico.
Nascete come trio strumentale nel 2009. Cosa è rimasto di quell’origine e cosa invece è cambiato radicalmente da allora?
È rimasto lo spirito esplorativo e l’amore per la musica come linguaggio universale. Quella libertà iniziale nel suonare senza confini è ancora la nostra bussola. Ciò che è cambiato è la consapevolezza: oggi mettiamo le nostre radici al servizio di un progetto più ampio, che include parole, messaggi e una visione artistica più definita. La voce è diventata uno strumento centrale, ma non abbiamo mai perso il gusto per l’arrangiamento e la ricerca timbrica.
Descrivete “Il Pessimista” con tre aggettivi
Contrapposto, riflessivo, coinvolgente.
Cosa pensano i Korishanti dei social? Utili o dannosi?
Come ogni strumento, dipende da come li usi. I social possono essere un’occasione meravigliosa per condividere la propria arte, entrare in contatto con il pubblico e creare comunità. Ma possono anche diventare uno spazio rumoroso e superficiale. Noi cerchiamo di usarli in modo autentico, come un’estensione del nostro progetto, senza inseguire algoritmi ma cercando connessioni vere.







