Con “Supermarket”, Peppino racconta una storia di separazione attraverso un tono malinconico ma mai pesante, con l’autoironia che lo distingue. Il brano fonde ritmi elettropop con influenze indie-pop e urban, creando un sound moderno e coinvolgente. Un amore finito, la memoria che gioca brutti scherzi e il dolore che, purtroppo, non lascia mai davvero andare. Peppino trasforma la banalità del quotidiano in un’esperienza universale e sentita.
Come ti senti a pubblicare il tuo primo singolo ufficiale?
All’inizio è stato stranissimo. Quando è scoccata la mezzanotte dell’11 luglio mi trovavo al bar del mio paesino (Piane Crati, in provincia di Cosenza) ed è stata davvero una sensazione indimenticabile e indescrivibile.
Che emozione ti sembra più difficile da spiegare in musica?
Nonostante le tantissime canzoni sul tema credo che l’amore sia l’emozione più complicata da spiegare.
Ti capita di scrivere solo per te, senza pensare alla pubblicazione?
Certo, ma anche SUPERMARKET è nata così. Quando scrivo non penso mai al dopo e a cosa ne sarà di ciò che scrivo. Lo faccio e basta.
Quanto è importante la sincerità per entrare in connessione con chi ascolta?
Tantissimo. Mi reputo una persona estremamente sincera a cui piace dire in faccia ciò che pensa.
Se “Supermarket” fosse una scena di un film, quale sarebbe?
Sarebbe una di quelle scene silenziose in cui il protagonista è al supermercato, sta riempiendo il carrello, e a un certo punto si blocca davanti a uno scaffale. In sottofondo parte una musica leggera, ma malinconica. Magari guarda un prodotto che le piaceva, o semplicemente si ferma perché qualcosa dentro lo ha punto. Tutto attorno la vita scorre, la gente passa, nessuno si accorge di niente. Ma in quel momento succede tutto. Quella scena piccola, in un posto banale, racconta più di mille dialoghi. Ecco, Supermarket sarebbe esattamente quella scena lì.







