Dopo “Habbo Hotel”, Toa Mar torna con “Andare giù”, un brano che continua la sua esplorazione delle fragilità contemporanee, con un sound che fonde il calore degli strumenti suonati dal vivo con le architetture fredde dell’elettronica. Il titolo non è solo simbolico: descrive un momento reale, in cui tutto sembra fermarsi e ci si ritrova a fare i conti con se stessi.
Nel brano, Toa Mar intreccia strumenti suonati e texture digitali, il tutto traslato dal vivo con l’ausilio di una band composta da Matteo Piccoli al basso e Stefano Righetti alla batteria. Il videoclip è stato interamente girato nelle sale dello Spazio Link, storica realtà di aggregazione giovanile a Verona.
«Andare giù non è sempre un crollo – dichiara l’artista -. A volte è l’unico modo per ritrovarsi. Questo brano nasce da un momento della mia vita in cui tutto sembrava spegnersi. Ho scelto di non nasconderlo sotto il tappeto, ma di trasformarlo in suono, in parola, in presenza».La fusione tra il suono organico e quello digitale è una delle caratteristiche distintive di Toa Mar, che trae ispirazione da gruppi come i Devo, pionieri della musica elettronica e post-punk, e i Daft Punk, icone dell’elettronica contemporanea.
Il brano riflette il senso di smarrimento contemporaneo con un suono che vibra tra malinconia e resistenza.
Social link: https://www.instagram.com/toa_mar/
