È uscito il 6 giugno 2025 “Instabile”, l’album d’esordio di Fabio Smitti, un lavoro intenso che intreccia pop elettronico e cantautorato con una cura minuziosa nei suoni e nei significati. Un’opera personale, ma mai autoreferenziale, che riflette sulle dinamiche relazionali, sociali ed emotive, in bilico tra nostalgia, disillusione e riscatto. Con otto tracce che si muovono tra tastiere del futuro, chitarre sottili e un cantato quasi onirico, Smitti costruisce un diario emotivo fatto di immagini (forte il suo potere cinematico) tra intime rivelazioni e drammi dell’esistenza ordinaria. Ogni brano è una pagina, un frammento di instabilità trasformata in consapevolezza. Echi di Battiato sul profilo lontano…
Domanda a bruciapelo: porte chiuse e rivoluzioni sostanziali o moderazioni e politica di accoglienza? Insomma: come vivi questo disco e questa vita?
La vita va vissuta e mi sto impegnando per farlo sempre. Come ho detto anche in passato, autoprodursi ha diversi svantaggi ma ha anche il vantaggio che sei libero di gestire i tuoi tempi, e vivere la propria musica con serenità ed è quello che sto facendo con questo disco.
In merito a chiudersi o accogliere credo non ci sia una risposta definitiva, in ogni caso penso che portare avanti segnali di civiltà e umanità, con gesti e azioni quotidiane, mantenendo un adeguato occhio vigile, sia un atteggiamento maturo. Chissà cosa direbbe Toto Cutugno se dovesse riscrivere “L’italiano” oggi…
E ancora, come ad esempio in “Carma” che c’è quasi un monito verso chi si avvicina troppo. È un invito alla prudenza o una dichiarazione di vulnerabilità?
Credo che in ognuno di noi si nasconda più o meno profondamente una nostra copia che farebbe esattamente l’opposto di quello che facciamo solitamente. E il protagonista di Carma, a differenza delle persone comuni, ha riconosciuto il suo lato nascosto e sa cosa può provocare.
Il passato dei Le Vane Intese e le tue prime esperienze nei BCS hanno lasciato un’impronta nel tuo modo di scrivere oggi? O senti “Instabile” come qualcosa di totalmente slegato dal tuo percorso precedente?
I legami ci sono, chiaramente con le sfumature che la maturità permette di restituire con il tempo.
PENSIERI LEGGERI, ENJOY THE MOMENT E INSTABILE sono tutti e tre album in lingua Italiana che trattano temi sensibili, parlando dell’uomo e delle sue emozioni.
Il disco ha una dimensione quasi fotografica, come se ogni brano fosse un’istantanea emotiva. C’è un’immagine o un momento preciso che ti ha spinto a iniziare questo progetto?
Non proprio, avevo l’esigenza di mettermi in gioco completamente e potevo farlo solo con un mio progetto. E dal punto di vista delle mie aspettative ho centrato l’obiettivo.
Dopo “Instabile”, senti di aver trovato una nuova stabilità o questo album è solo una tappa dentro un percorso ancora in bilico?
Sono sempre alla ricerca di risposte, ma la grandezza della musica è proprio quella di riempire a piccole dosi le nostre mancanze. Come una bottiglia che si riempie goccia dopo goccia.