“Ti vengo a prendere”: la carica dell’adesso secondo Gemini

Gemini è tornato con un singolo che promette di risuonare in tutte le playlist estive. “Ti vengo a prendere” è un inno alla vitalità e alla determinazione. Un brano che abbraccia il presente, senza rimpianti, spingendo a vivere ogni emozione con passione e senza indugi. Con un beat travolgente e cori irresistibili, la canzone celebra il coraggio di mettersi in gioco, di scegliere di esserci quando davvero conta. È la colonna sonora perfetta per un’estate che promette di essere vissuta intensamente, con il sole addosso e il cuore in prima linea.

Il tuo percorso è costellato da collaborazioni importanti: che valore dai all’incontro artistico?
Per me è tutto. Ogni incontro ti cambia, ti mette in discussione, ti fa crescere. La musica è un dialogo, e quando lo vivi con persone sincere e ispirate, diventa trasformazione. Non esci mai uguale da una collaborazione vera.

Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro, anche fuori dall’Italia?
Il mio sogno sarebbe collaborare con i grandi nomi che abbiamo in Italia. Scrivo musica italiana, ed è lì che sento di poter dare il meglio. Artisti come Vasco Rossi, Cesare Cremonini, Max Pezzali o Zucchero hanno lasciato un’impronta fortissima nella mia crescita musicale. Ognuno di loro ha un mondo unico, ma in tutti c’è quella verità che cerco anche nella mia scrittura. Poter condividere un’idea, una canzone o semplicemente una chiacchierata con loro sarebbe un’enorme fonte di ispirazione.

Qual è l’insegnamento più prezioso che hai ricevuto da un collega?
“Non avere fretta di arrivare, ma urgenza di dire qualcosa di vero.” Me lo disse Mario Schilirò, chitarrista di Zucchero e grande amico, oltre che un musicista eccezionale. Era durante una chiacchierata in studio, in un momento in cui avevo mille dubbi. Quelle parole mi sono rimaste addosso, perché racchiudono l’essenza di questo mestiere: non si tratta di correre, ma di arrivare dove ha senso, con sincerità.

Cosa cerchi in un collaboratore: affinità stilistica o visione comune?
Senza dubbio la visione comune. Lo stile può evolvere, contaminarsi, trasformarsi. Ma se non c’è un intento condiviso, un modo simile di guardare alla musica e al mondo, è difficile costruire qualcosa di autentico.

“Ti vengo a prendere” è nata da un’idea condivisa: cosa ha reso questo trio creativo così efficace?La fiducia, prima di tutto. Con Gerolamo Sacco e Giordano Spagnol si è creato da subito un equilibrio raro. Nessuno ha cercato di prevalere sull’altro: ognuno ha portato la propria sensibilità e il proprio linguaggio, rispettando e valorizzando quello degli altri. Gerolamo è stato fondamentale nel dare forma e respiro al brano in fase di produzione, mentre Giordano ha saputo entrare con le parole nel cuore della mia idea iniziale. E poi ci siamo anche divertiti, cosa che spesso si dimentica quanto sia importante. Quando c’è leggerezza e rispetto, tutto scorre meglio e la musica lo sente.