Dimenticate la corsa sfrenata verso il successo, i riflettori a ogni costo, l’ambizione travestita da autenticità. Elena Ventura ci regala un disco che è un inno silenzioso alla libertà di essere — senza filtri, senza maschere, senza urgenze. In questa intervista ci parla di coraggio, di amori che finiscono e di canzoni nate dal bisogno di dire la verità, anche quando non conviene. Tra provocazioni pop e un viaggio in Perù, Elena racconta il suo percorso con grande lucidità e un passo deciso. E mentre smaschera “l’uomo perfetto” e difende l’autenticità a costo di sembrare scomoda, ci ricorda che la musica, prima di tutto, è un atto di sincerità.
Ciao Elena, bentornata sulle nostre pagine. Hai parlato di “sogni ostinati” come filo rosso del tuo nuovo disco. Quando un sogno smette di essere ostinato e diventa semplicemente un’illusione?
Non li chiamerei sogni ostinati. Il filo rosso del disco, per me, è più il lasciarsi andare, il dire quello che si pensa senza cercare approvazione, senza farsi frenare dal giudizio degli altri. Ho parlato di amori che finiscono, di coraggio, di resilienza, di passione travolgente… Non volevo raccontare una rincorsa a tutti i costi, ma piuttosto un’accettazione profonda di sé, anche nelle fragilità. È lì che nasce la forza del disco.
Hai iniziato il tuo percorso musicale più tardi rispetto ad altri: pensi che ti abbia aiutato ad arrivare più lucida o più affamata?
Sicuramente più lucida. Arrivandoci un po’ più tardi ho avuto il tempo di conoscermi meglio, di capire cosa volevo davvero dire e come volevo farlo. Non ho mai avuto l’urgenza di “arrivare” a tutti i costi, ma piuttosto quella di essere autentica. Questo mi ha permesso di vivere la musica con più consapevolezza, senza rincorrere modelli o aspettative esterne.
“Un uomo perfetto”: provocazione o nostalgico scherzo romantico?
Assolutamente una provocazione. Un uomo perfetto vuole un po’ prendere in giro quegli uomini che pensano di poter controllare le donne, ma anche schernire l’idea — purtroppo ancora diffusa — dell’uomo perfetto: quello che ti riempie di regali, ti fa sentire importante, ma in realtà ti vede solo come un oggetto. È una critica mascherata da canzone leggera, ma il messaggio è chiaro: smascherare certe dinamiche tossiche che ancora oggi vengono scambiate per romanticismo.
Come si scrive una canzone pop senza finire nel cliché?
Per scrivere una canzone pop autentica e originale, credo che sia fondamentale innamorarsi davvero dell’idea da cui si parte. Se non senti quella scintilla, rischi di cadere in cliché e soluzioni scontate. L’idea deve emozionarti profondamente, perché solo così riesci a trasformarla in qualcosa di personale e vero, che parla davvero a chi ascolta.”
“Restare autentica anche quando costa”: oggi, nel tuo quotidiano, qual è il prezzo più alto che paghi?
Restare autentica nel quotidiano non è mai semplice, soprattutto perché si rischia di offendere o mettere a disagio qualcuno. Per me questo è il prezzo più alto che pago: la fatica di esprimere davvero la mia opinione. Sto imparando piano piano a farlo, anche se a volte posso sembrare antipatica, perché credo sia fondamentale affermare chi si è, senza perdere se stessi.
Hai portato la tua musica fino in Perù. Lì cosa hai capito che qui non vedevi ancora?
Portare la mia musica fino in Perù mi ha fatto capire quanto lì ci sia un amore viscerale per la musica, per il ballo e per il divertimento, soprattutto nelle strade. È una cosa che qui in Italia vedo meno. Credo che questo spirito dovrebbe esserci anche da noi, perché la musica ha un potere enorme: crea condivisione, spensieratezza e avvicina le persone
C’è qualcosa che ancora non hai il coraggio di cantare?
Non ho ancora il coraggio di cantare certi brani molto impegnativi. Non li faccio pubblicamente, ma li studio e ci provo, consapevole dei miei limiti. So che non arriverò mai a quei livelli e per questo ho un grande rispetto per chi li interpreta. Invece, vedo spesso cantanti famose che si cimentano con questi brani su grandi palchi senza essere del tutto credibili, e ammetto che mi metterei molta vergogna se fossi nei loro panni.
Prossimi progetti dopo questo EP?
Al momento non ho progetti specifici oltre a questo EP, ho soprattutto voglia di cantare in giro e fare live. Vedremo con l’arrivo dell’inverno cosa nascerà, sono aperta a nuove opportunità.






