Disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 20 giugno 2025 il nuovo singolo della rock-band milanese Le Donnole. “Fuori Orario“, questo il titolo della canzone, si colloca musicalmente a metà tra Green Day e Zecchino D’Oro, mettendo in versi tutto ciò che può nascere dal consumo di pessima birra alla spina e hashish al gusto di copertone che alimentano un turbinio di pensieri sconci, ricordi alterati e sogni ad occhi a mezz’asta: immagini che si sovrappongono, come in una dissolvenza incrociata, a quelle dei film in bianco e nero che scorrono la notte uno dopo l’altro nel programma “Fuori Orario. Cose (mai) viste”.
Tutto comincia da un cartello fuori da un baretto per turisti in centro-città. Il menu “lasagna, carbonara, cotoletta di pollo, insalata, pokè” sembra una filastrocca per bambini che sarebbe stato un peccato non mettere in versi, come indispensabile sembra riflettere sulla reale altezza di Napoleone. Ma poi, senza quasi accorgersene, ci si ritrova sul divano, con la televisione accesa su Rai 3, finché l’eccitazione cala assieme alle palpebre e tutto finisce per poi ricominciare.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Le Donnole per provare ad addentrarci un po’ di più nel loro mondo visionario e irriverente e ne siamo stati completamente travolti:
Partiamo dall’inizio: com’è nato “Fuori orario”? Che tipo di atmosfera volevate creare con questo pezzo e qual, secondo voi, è la situazione ideale per ascoltarlo?
Più che un’atmosfera volevamo creare una stratosfera, per volare alti, altissimi. La situazione ideale per ascoltarlo è la seguente: fermi, ma in corsa per casa, fumando sigarette dalle orecchie e assumendo amaro mischiato col gin per endovena. Ci rendiamo perfettamente conto che non è una situazione che capita spesso, ma è quello che consigliamo per un ascolto ideale.
C’è un aneddoto curioso o inaspettato legato alla scrittura o alla registrazione del brano che vi va di condividere?
Sì, caspiterina se c’è! Ed è veramente divertente, quasi appassionante. Purtroppo, però non ce la sentiamo di condividerlo mi spiace.
Facciamo un passo indietro e parliamo del vostro background musicale: qual è stata la vostra formazione musicale e quali sono gli artisti che vi hanno ispirato?
A livello di formazione diremmo 4-4-2 in linea o, all’occorrenza, avendo a disposizione un trequartista buono, 4-3-1-2 a rombo. Molti di noi avrebbero preferito anche un albero di Natale Ancelottiano, ma si sa, le Donnole hanno fede nerazzurra… Gli artisti che più ci hanno ispirato sono Man Ray, Milo Manara e chiaramente Giovanni Bellini detto “il Giambellino”.
Qual è un elemento che non potrebbe mai mancare in un pezzo firmato da voi?
La grafite, anche se è più un minerale che un elemento. E la cellulosa, importantissima! Che è un polimero anziché elemento, ma va bene lo stesso. Ah, e non dimentichiamo la bachelite, a cui siamo profondamente legati nonché grati. E si, pure qui non si tratta di un elemento ma di una resina fenolica, però non possiamo fare le pulci a tutto.
Il videoclip è una vera chicca, con la regia di Dario D’Oro che ha ribaltato completamente l’idea classica di video musicale. Com’è nata questa collaborazione e che tipo di visione ha portato lui al progetto?
La collaborazione è nata da un debito di gioco contratto dalle Donnole con il regista e non saldato. Si è dunque giunti ad un accordo sulla spartizione dei diritti del futuro film (completamente sbilanciato in favore del regista) per ripianare così il buffo. Il maestro Dario D’Oro ha portato la sua visione che praticamente ribalta l’idea classica di video musicale. E, lasciatelo dire, la regia è una vera chicca.







