INTERVISTA- “L’inno dell’alcolizzato”: Vir riscrive la malinconia in chiave folk

Una melodia allegra per un messaggio amaro, ma sincero. Vir mette in scena un protagonista anarchico e coerente, simbolo di chi rifiuta l’omologazione. Il singolo, tra immagini vivide e armonie leggere, apre le porte a un disco che racconta le difficoltà come occasione per ricominciare.

Bentrovato, Vir. “L’inno Dell’Alcolizzato” ricopre un ruolo importante all’interno della tua carriera musicale?

Si. L’inno dell’ alcolizzato oltre ad essere il mio brano di esordio in radio ed il brano che ho deciso di rendere principale nel mio ultimo album, e quello a cui tengo di più per via del messaggio che vuol mandare e come lo fa. Non e un incitazione al bere piuttosto un inno alla liberta e alla voglia di essere se stessi trasmesso all’ascoltatore con ironia e spensieratezza

Vorresti parlare del tuo nuovo album “Per Aspera”?

Per Aspera vuol dire in latino attraverso le difficoltà. Parla delle difficolta che ho avuto prima e durante la composizione del album con sonorità che spaziano dal indie folk al sea shanty (canto di mare) all hard rock. Adoro sperimentare, mischiare vari suoni e concetti per creare qualcosa di nuovo ed in questo album ho fatto del mio meglio.

Nella tua musica, c’è un desiderio di libertà?

Assolutamente si. Un desiderio che tendo a soddisfare con la musica stessa.

Parlando di liberta dal punto di vista della composizione e mi ritengo soddisfatto. Suono vari strumenti e ho sempre voglia di impararne altri. Per esempio ultimamente sto “strimpellando”il violino, strumento che mi affascina da anni ormai. Dopo una composizione che mi aggrada passo al testo dove mi lascio trascinare da ciò che ho composto

Se dovessi racchiudere l’essenza del brano in tre parole, quali sarebbero?

Libertà, il protagonista del brano non e libero dalle dipendenze ma lo e dal giudizio altrui. Lui sceglie di bere e di “infischiarsene” del pensiero degli altri

Coerenza. L’alcolizzato in questione sa che dopo una vita di eccessi presto arriverà la sua fine come descritto nelle ultime strofe. nonostante ciò continua per la sua strada anche se deleterea ed in un certo senso “malata” in maniera irrazionale ma pur sempre coerente infine anarchia.”Rivolgosi al bigotto ed al classista meglio un giorno ubriaco che cento da sobrio. Meglio un giorno vissuto a modo mio piuttosto che cento vissuti come dite voi. Un concetto molto anarchico.

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