Oggi è una data impossibile da dimenticare per i XGIOVE: l’uscita del loro nuovo singolo “Resistere” e l’onore di salire sul palco dello Stadio Olimpico di Roma per aprire il concerto di Vasco Rossi. Due eventi che arrivano nello stesso giorno e che racchiudono tutta l’anima e la determinazione di una band cresciuta nel segno dell’indipendenza e dell’autenticità. In questa intervista, i XGIOVE raccontano come si preparano a un momento così importante, svelando pensieri, emozioni e aspettative alla vigilia di una giornata che segnerà la loro storia.
Oggi è una giornata cruciale per voi: l’uscita di “Resistere” e l’apertura del concerto di Vasco Rossi allo Stadio Olimpico. Come state vivendo l’attesa e la responsabilità di questi due eventi?
Ovviamente è una grande responsabilità. Pubblicare un pezzo vuol dire lasciare andare qualcosa che hai visto nascere e crescere, che hai custodito per tempo. È il momento in cui condividere con il mondo esterno parte del proprio mondo interiore. L’apertura di Vasco ci regalerà un’esposizione grandissima, ovviamente è una grande botta per noi. Sarà un’occasione gigantesca per mettere in pratica questa condivisione con tante, tantissime persone. E la speranza è quella di poter arrivare al cuore di quelli che saranno presenti per allargare la nostra famiglia.
“Resistere” è un brano potente e viscerale. Qual è stata la scintilla che lo ha generato e che messaggio pensate trasmetterà dal vivo al pubblico dell’Olimpico?
Resistere è un verbo al quale siamo molto attaccati. È un grido, un manifesto. Quello che vogliamo far passare attraverso questo pezzo è l’incoraggiamento a non mollare mai, a superare sfide e limiti. Se la vita ti mette in difficoltà basta prendere un bel respiro per cambiare le regole al gioco. Non è semplice, ma la resistenza è parte della natura di ognuno di noi. Già dal primo respiro ogni vita inizia a resistere al mondo. Scriviamo spesso di problemi generazionali, di quanto sia impegnativo trovare le forza necessaria ad andare avanti. In altri pezzi abbiamo parlato del dolore e della resistenza, sono concetti che ci toccano da vicino e sui quali spesso ci troviamo a riflettere. Per noi è importante lanciare dei messaggi a chi ascolta le nostre canzoni, sperando che qualcuno possa identificarsi in essi.
Il vostro videoclip è essenziale e in bianco e nero, lasciando spazio alla parola e all’emozione. Come è nata questa visione e quale atmosfera volete trasmettere a chi lo guarderà?
Nei videoclip delle canzoni che abbiamo pubblicato in passato siamo spesso rimasti ancorati a qualche storia, raccontandone la trama attraverso le immagini sopra la canzone. Questa volta abbiamo cercato di tornare all’essenziale. A partire dalla color in bianco e nero, all’ambiente adimensionale, alle inquadrature dedicate esclusivamente alla band e all’esecuzione del brano. Questo fa sì che il video sia il più diretto possibile per permettere al messaggio di arrivare in maniera molto più forte.
Salire sul palco prima di Vasco è un’opportunità unica: come vi state preparando a portare la vostra energia e il vostro messaggio davanti a decine di migliaia di persone?
Ovviamente non siamo abituati ad un’esposizione del genere, nonostante proprio lo scorso martedì abbiamo preso parte ad un evento con un pubblico di quasi 20.000 persone. Diciamo che quello è stato un aperitivo, poi alla cena penseremo questa sera. Scherziamo. Ci piace affrontare le cose con le giuste dosi di determinazione e leggerezza, senza lasciare troppo spazio ad ansie e frustrazioni. Porteremo sul palco la versione più autentica di noi stessi, per fare quello che abbiamo sempre fatto da 12 anni a questa parte, divertirci.
Nel vostro percorso avete rivendicato una certa autenticità e indipendenza. Come pensate che questa visione influenzerà la performance di stasera e l’impatto di “Resistere” sul pubblico?
Forse abbiamo già risposto a questa domanda con la risposta precedente. Quello che possiamo aggiungere è che ci teniamo particolarmente al nostro essere indipendenti in quello che facciamo. Abbiamo sempre affrontato qualsiasi palco, piccolo o grande, in maniera molto tranquilla, con l’unico scopo di condividere il più possibile la passione che abbiamo con chi ci ascolta. Sappiamo benissimo che l’impatto con 100 persone è sicuramente diverso da quello con 60 mila. Ma consideriamo questa occasione come la “versione dei sogni” di ciò che abbiamo sempre fatto. La cosa più bella è che sappiamo di poter contare l’uno sull’altro, perché non siamo soltanto colleghi, siamo amici, siamo cresciuti insieme. E questa chimica, questa alchimia, ce la portiamo dietro. Ognuno di noi sa sempre di avere le spalle coperte dall’altro. E questa, secondo noi, è la vera essenza di una band.







