Con un mix esplosivo di fiati, sorrisi e visione, Ginokiello dà voce alla bellezza della strada. “Strike” è una canzone che fa muovere il corpo e alleggerisce l’anima, un atto poetico che parla di resilienza, spirito nomade e bisogno umano di emozionarsi con autenticità.

Bentrovato, Ginokiello. “Strike” ricopre un ruolo importante all’interno della tua carriera musicale?
Credo che tutte le canzoni che scrivo siano importanti ognuna a suo modo, riguardo Strike posso dire che mentre la scrivevo ero felice ,quindi più che la carriera la cosa importante è vivere questi
momenti perché ti fanno amare quello che fai.
Quali sono state le tue principali influenze musicali?
La prima che mi viene in mente è quella di De André ,ero solo un bambino di 8 anni quando trascrissi il testo della Guerra di Piero. Altre influenze importanti il reggae e i cartoni animati fine anni 70 ed inizio anni 80.
Definiresti il brano come un atto di ribellione? Cosa vorresti esprimere attraverso il testo e la melodia?
Non è un atto di ribellione è semplicemente l’indole nomade di un’artista di strada che non ha legami sentimentali ma è libero di esprimere la sua arte. Il testo e la melodia esprimono energia, uno stato che permette alle persone di agire e non aspettare per raggiungere i propri obiettivi nella vita.
Cosa vorresti dire a chi non ha ancora trovato il coraggio di manifestare il proprio Io?
Che bisogna tagliare il “non” e iniziare a ripetersi maggiormente ” io ce la faccio…io posso fare questo…” Credere in se stessi è il passo più importante ma non bisogna mollare, ognuno ha i suoi tempi anzi più fatica si fa e più valore si dà alle cose.







