Davide Peron, cantautore veneto impegnato tra musica e sociale, torna con il suo nuovo tour estivo dal titolo ”Mi Rifugio in tour”, che partirà dalle Dolomiti. Un nuovo viaggio ricco di emozioni e messaggi positivi.
Nato nella provincia di Vicenza, nelle terre di nord-est, dove la pianura padana incontra le Piccole Dolomiti, Davide evidenzia in ciò che suona e canta le radici della propria terra legata al lavoro, inteso non come bieco guadagno ma come attività reiterata nel tempo, onesta e faticosa caratterizzata dalle bellezze naturali, soprattutto quelle montane.
Racconta le radici ma anche l’Altro dando voce all’animo umano nel senso più profondo: “Le sue canzoni sono preghiere alla vita e all’essere umano” (M.Lubini, Radio1RAI) Canzoni che si nutrono di semplicità, naturalezza, pulizia nella costruzione di musiche e testi. Affiora, forte, nei suoi testi anche l’impegno sociale: La pallottola uno dei pezzi di più marcato impegno civile, è stato scelto come inno per il Veneto da “LIBERA”, l’associazione italiana di Don Luigi Ciotti che si batte contro tutti i generi di criminalità organizzate.
Na stela alpina è la colonna sonora del documentario RAI “Una storia imprevista” (RaiPlay) che parla del profugato femminile e da voce alle Donne che nel loro piccolo hanno fatto la nostra Storia, che hanno vissuto l’altra parte della Guerra che non viene mai raccontata. La disobbedienza scelta come inno per “eVENTI di PACE” legata al valore della disobbedienza, non come atto di negazione ma affermazione del valore della vita. Essere “ribelli per amore”: sentirsi piccoli, per qualcosa di più grande; dedicare la vita a qualcuno nonostante tutto.
Le sue canzoni sono protagoniste di spettacoli teatrali-musicali: i temi trattati raccontano il senso umano e sociale che vive quotidianamente. Questo suo sentire è il focus del suo lavoro per il quale è stato invitato al Parlamento Europeo di Bruxelles.
Ha sei ALBUM all’attivo: Davide Peron (1998-P8Studio), Aria buona (2008-Top Music), Fin qui (2012-Autoproduzione), Imbastir parole (2014-ThisPlay music), Inattesi (2018-U.d.U. records) considerato da alcune testate nazionali ‘Album rivelazione del 2018’, e Passaggi (2021-Soyuz). E’ presente anche in due compilation: “Un sorriso per le Madonie” (2007-QuintoSol), “Contrasti e incontri d’autore” (2009-Acne).
Ha aperto concerti alla stella internazionale Willie Nile, ai Nomadi, a Eugenio Finardi, a Marco Ferradini e ai Mariposa. Viene chiamato ad esibirsi anche in luoghi che hanno fatto la storia della canzone d’autore e della cultura Italiana: “Per chi suona la campana” al Teatro Arciliuto di Roma, alla “Cittadella” di Assisi, al “Festival Biblico”. Al “66° Festival di Sanremo” del 2016 viene scelto come ospite al convegno “Dolore e Creatività Musicale” tenuto nel palazzo Bellevue. Prosegue un’intensa attività concertistica dando vita anche al conosciuto MI RIFUGIO IN TOUR, percorso musicale-culturale-naturalistico estivo a tappe nei rifugi di montagna delle Piccole Dolomiti, dove si esibisce regolarmente in originali concerti tra prati e vette dal 2008.
Vincitore nel 1998 del concorso nazionale “Eurocanta” (promosso dalla Rai e dall’Università dello spettacolo); finalista al “Touch Down” di Torino nel 1997, al “6° Trofeo Città di Roma” del 1997 e al “Premio Lunezia – nuove proposte“ del 2001; arrivato alle fasi finali a “Castrocaro” nel 1997 e al “Premio Città di Recanati – musicultura” nel 1998.
Che periodo è della tua vita?
È per me un periodo ricco di musica, vita e progetti. Non riesco stare fermo, non mi riesce proprio.
Ritorni in tour a riabbracciare la tua gente. Cosa presenterai in queste date?
Ci saranno i concerti nelle Piccole Dolomiti con il “Mi rifugio in tour” che arriva quest’anno alla
18a edizione, mi accompagneranno Davide Repele alle chitarre e Carla Cavaliere ai cori e letture.
Porteremo nelle cime dei monti il nostro no ad ogni guerra, il titolo del “Mi rifugio in tour” infatti è
“Una guerra, tante guerre” per cercare di raccontare con parole e musica quanto ogni guerra è una
sconfitta dell’Uomo. Dopo aver portato in scena le parole di padre Davide Maria Turoldo al 21^
Festival Biblico, una voce profetica e potente, un poeta ancora troppo poco ascoltato, porterò molte
date di spettacoli teatrali musicali diversi e in cui sarò in scena ogni volta con attori professionisti
che stimo molto e che sanno regalare le giuste parole ed emozioni a chi le ascolta: “Fola de raisa –
Racconto di radice” è un ensemble di storie del primo ‘900 inedite, conosciute solo oralmente,
arrivate ai nostri giorni grazie alla memoria degli anziani; “L’uomo che piantava gli alberi” una
vicenda semplice ma straordinaria nella sua limpidezza, che insegna il rispetto per la natura e quindi
per la vita nella sua totalità, compresa la vita di noi esseri umani; “Aquerò” uno spettacolo teatrale
che racconta la parte umana di Bernadette Soubirous attraverso gli occhi di Aquerò, “quella cosa”
che è apparsa alla santa. Un flusso continuo tra fede e povertà, come la melodia che fa da colonna
sonora a tutta la piecèe: un fiume che accompagna, che culla e cura; e con un reading musicale Il
friuli attraverso le poesie con esperti che racconteranno attraverso le tante voci poetiche che
l’hanno abitata questa bellissima regione.
Un artista come te che da sempre supporta tematiche sociali. Quali sono i progetti che hai seguito e
di cui ti stai ancora occupando?
Credo che la Musica sia un veicolo potentissimo e che può portare messaggi utili a tutti. Dopo il
progetto del videoclip di qualche anno fa “V’è un angolo di luce” interamente fatto da persone con
varie forme di disabilità e che tanti complimenti ha ricevuto sia da artisti sia da professionisti che
lavorano nell’ambito socio-sanitario (per esempio anche da Beppe Carletti dei Nomadi di cui ho
avuto l’onore di aprire qualche concerto), da un po’ di tempo sono entrato nel mondo della scuola e
con questa realtà a settembre partiremo con un progetto unico e mai affrontato prima da nessuna
scuola.. ma ve ne parlerò a settembre.
Cosa ti ha donato la paternità e in cosa ti ha cambiato?
Mi ha donato la vita. O meglio, uno sguardo aperto per la vita. Mi ha definitivamente chiarito che
tutti siamo di passaggio e se non ci rendiamo utili all’Altro si rischia di non trovare il senso del
tutto. Abbiamo, io ed Eleonora Fontana, tre bambini, una bambina e due maschietti, ho fatto un
disco per ognuno cercando di consegnare loro il mio punto di vista sulla vita ma … dopo “Inattesi”
per Anita e “Passaggi” per Luigi… mi manca l’ultimo, il disco per Pier Carlo, l’ultimo nostro nato.
Le canzoni stanno nascendo, e mi sa che anche questo disco sta per prendere forma.
Come vede il suo futuro?
Sempre alla ricerca di quell’indefinito, di quel senso inafferrabile che mi spinge sempre a percorrere
sentieri inesplorati per cercare, per fare un po’ di luce in me, per dare un messaggio prima di tutto ai
nostri bambini: che vale la pena vivere fino in fondo cercando di trovare il senso profondo. Per
scoprire la stessa cosa che succede quando si sale in montagna: solo con la fatica della salita ci si
ritrova ad un certo punto in alto e quindi molto più leggeri.