Con il singolo Affondo, Giorgio fa il suo ingresso sulla scena musicale con una forza espressiva che lascia il segno. Il brano racconta la fine di una relazione, ma lo fa ribaltando le aspettative: al centro non c’è solo il dolore dell’addio, ma anche l’energia liberatoria che ne può derivare. Un contrasto voluto e curato in ogni dettaglio, anche nella produzione, che abbina testi intensi a sonorità decise e coinvolgenti.
In questa intervista, Giorgio ci parla del percorso che lo ha portato fin qui, dell’amore per la musica nato fin da piccolo e del desiderio di trasformare emozioni personali in canzoni capaci di risuonare con gli altri. Affondo è solo l’inizio di un viaggio che promette autenticità, passione e tanta voglia di comunicare.
“Affondo” segna il tuo debutto musicale. Come descriveresti il tuo viaggio verso questo momento?
Emozionante, un po’ impegnativo ma pieno di amore per la musica, quell’amore che nei momenti down è l’umica cosa che ti fa andare avanti.
Qual è stata l’influenza principale che ti ha spinto a intraprendere la carriera musicale?
Fin da piccolo, sono stato affascinato da ogni strumento musicale che vedessi. La curiosità per la musica, che mi ha sempre contraddistinto, mi ha portato a scoprire la mia vena artistica canora e il bisogno di trasformare in note i frammenti della mia vita, come tasselli di un viaggio da condividere.
Puoi raccontarci qualcosa del processo creativo dietro la scrittura del brano?
Affondo è nato da un paradosso: volevo raccontare il dolore di un addio con l’energia di una liberazione.
Come hai lavorato con il tuo team per arricchire la traccia e darle una produzione così energica?
Abbiamo voluto creare un contrasto tra il tema della canzone – una storia dolorosa – e la sua produzione musicale. Per questo, insieme al mio team, abbiamo scelto sonorità ricche ed energiche, trasformando un’emozione difficile in un brano potente, che colpisce sia per il messaggio che per l’impatto sonoro.
Cosa speri che il tuo pubblico provi ascoltando “Affondo”?
Spero che il brano susciti emozioni e, soprattutto, che possa essere d’aiuto a chi si riconosce nella mia stessa situazione. Vorrei anche far riflettere sul fatto che, a volte, mettere se stessi al primo posto è necessario, soprattutto in una relazione che invece di dare felicità genera solo dolore e sofferenza.