Con il suo stile diretto e fuori dagli schemi, Plebbo torna con un brano che mescola immagini insolite, riflessioni amare e un sound personale. “Mentine, Sushi e Coca Cola” è il racconto di un disagio esistenziale mascherato da ironia, dove la malinconia si fa poesia urbana. In questa intervista, l’artista ripercorre l’inizio della sua passione musicale, il distacco dalla scena romana e la voglia di continuare a sentirsi vivo, canzone dopo canzone.
Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata parte della tua vita?
Probabilmente quando ho ascoltato per la prima volta l’assolo di Comfortably Numb.
Che rapporto hai con la scena musicale della tua città? Ti senti parte di una comunità artistica?
In realtà non ho nessun rapporto con la scena musicale romana. Tendo a fare tutto molto in solitudine e mi piace farlo così. Inoltre, tendo ad ascoltare musica abbastanza vecchia.
Se dovessi descrivere il tuo nuovo singolo con tre parole, quali sceglieresti?
Particolare, macabro ed interessante (spero).
C’è una frase del tuo nuovo brano a cui sei particolarmente legato?
Prendo tutti i colori, non c’è la margherita. Questa frase rappresenta il senso di incompiutezza, segnalando che è mancato qualcosa nello spettro dei colori della vita.
Ti capita mai di riascoltare le tue vecchie canzoni? Che effetto ti fanno?
Molto spesso. A volte mi provocando un sentore di disgusto, mentre altre volte mi piacciono molto e mi fanno venire voglia di continuarle.
Guardando al futuro, dove pensi che ti porterà il tuo viaggio musicale?
Non ne ho idea. Sicuramente spero che continui a farmi sentire vivo per il più tempo possibile, come la prima volta che ho ascoltato l’assolo di Comfortably Numb.







